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Azioni, bond, fondi e criptovalute: chi sale e chi scende nei portafogli degli italiani

Da metà ottobre anche in Italia le condizioni dei mercati finanziari sono nel complesso migliorate. Fino a metà dicembre, le attese di un’attenuazione del ritmo di rialzo dei tassi d’interesse e la maggiore propensione al rischio degli investitori hanno favorito il calo dei rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine e del premio per il rischio sovrano, oltre a sospingere i corsi azionari. Questo il riepilogo contenuto nel primo bollettino economico del 2023 della Banca d’Italia.

Dopo le riunioni delle principali banche centrali, sottolinea il bollettino economico Bankitalia, questi andamenti hanno registrato un’inversione, che si è poi rivelata temporanea. A metà gennaio il differenziale di rendimento dei titoli di Stato italiani sulla scadenza decennale rispetto ai corrispondenti titoli tedeschi si è collocato intorno ai 185 punti base, ben al di sotto dei valori massimi raggiunti nel corso del 2022.

 

Il rendimento dei titoli di Stato a lungo termine è sceso

Tra metà ottobre e la prima metà di dicembre il rendimento dei titoli di Stato italiani sulla scadenza decennale è diminuito di circa 100 punti base, riportandosi al di sotto del 4%. Il differenziale di rendimento rispetto ai titoli sovrani tedeschi si è assottigliato, scendendo sotto i 190 punti.

Dopo le riunioni delle principali banche centrali svoltesi a dicembre, in particolare quella della Bce – da cui è emerso un orientamento più restrittivo di quanto anticipato dai mercati – il rendimento del titolo decennale italiano è temporaneamente risalito ai livelli della metà di ottobre. Da inizio 2023 si è di nuovo ridotto. A metà gennaio si è collocato intorno al 4%, con lo spread a circa 185 punti base, ben sotto i valori massimi raggiunti nel 2022.

Nel complesso del periodo dalla metà di ottobre, il premio richiesto dagli investitori come remunerazione per il rischio che i titoli di Stato siano ridenominati in valute diverse dall’euro è sceso (a 64 punti base), così come la volatilità implicita nei contratti derivati sul titolo di Stato decennale.

 

Le quotazioni azionarie sono aumentate, soprattutto nel comparto bancario

Nonostante l’indebolimento del quadro congiunturale, tra la metà di ottobre e la prima metà di dicembre l’indice della Borsa italiana è salito in misura elevata, riflettendo – oltre al contesto di maggiore propensione al rischio e alle aspettative sulla politica monetaria – la pubblicazione di utili relativi al terzo trimestre del 2022 superiori alle attese. La crescita degli utili e della redditività, sottolinea ancora il bollettino Bankitalia, “ha favorito in particolare il rialzo delle quotazioni delle banche”.

In seguito all’intonazione più restrittiva delle politiche monetarie si è rilevata una temporanea flessione dei corsi azionari. Nel complesso del periodo, tuttavia, l’indice generale è aumentato di oltre il 20% (quello bancario di oltre il 30).
 

 

La raccolta obbligazionaria è diventata nel complesso meno costosa

Come nell’insieme dell’area euro, tra la metà di ottobre e la prima metà di dicembre la riduzione dei tassi a medio e a lungo termine si è tradotta in un calo dei rendimenti delle obbligazioni delle società non finanziarie e delle banche. Nella seconda metà di dicembre, i rendimenti sono temporaneamente risaliti per poi scendere di nuovo.

Nel terzo trimestre le società non finanziarie e le banche hanno effettuato emissioni nette di titoli obbligazionari per – rispettivamente – 0,6 e 2,1 miliardi di euro. Sulla base di dati preliminari di fonte Bloomberg, fa sapere il bollettino, nei mesi autunnali le emissioni nette di titoli si confermerebbero lievemente positive per le società non finanziarie, mentre sarebbero negative per le banche.

 

Il flusso netto di risparmio verso i fondi comuni aperti è risultato negativo

In base ai dati forniti da Assogestioni, nel terzo trimestre il flusso netto di risparmio verso i fondi comuni aperti è stato negativo per 1,3 miliardi di euro: agli afflussi verso i fondi azionari e monetari si sono infatti contrapposti deflussi dai fondi flessibili, bilanciati e obbligazionari.

Le informazioni disponibili per ottobre e novembre sono coerenti con un’ulteriore riduzione dei flussi netti di risparmio nel quarto trimestre per effetto di una diminuzione della raccolta complessiva dei fondi comuni (-1,8 miliardi), nonostante nuovi afflussi netti verso i fondi azionari.

 

Ancora limitata la diffusione delle criptoattività presso le famiglie italiane

Negli ultimi anni è aumentato l’interesse a livello globale da parte delle famiglie verso le criptoattività, la cui diffusione è tuttavia ancora contenuta nel nostro Paese.

 

I potenziali rischi connessi alla diffusione di questi strumenti rendono necessario seguire con attenzione gli sviluppi del mercato e introdurre a livello sovranazionale modifiche regolamentari per tutelare gli utenti e preservare la stabilità del sistema finanziario.

 

Questa la raccomandazione che arriva dal bollettino.

 


 

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Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

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