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La crescita cinese continua a preoccupare: colpa solo della bolla immobiliare?

La Cina è stata a lungo il motore della crescita globale, ma nelle ultime settimane alcuni segnali di rallentamento economico hanno richiamato l’attenzione internazionale, mostrando delle difficoltà negli ingranaggi economici e finanziari. Una delle principali preoccupazioni riguarda la frenata della crescita economica cinese.

Questo rallentamento è stato causato da diverse circostanze. A differenza dei consumatori occidentali, i cinesi non hanno aumentato la loro spesa in modo significativo dopo la riapertura post-pandemia, il che ha reso difficile sostenere l’economia. Inoltre, la domanda estera per le esportazioni cinesi si è indebolita, soprattutto a causa dell’aumento dei costi nei principali mercati di destinazione. Questa situazione ha avuto un impatto negativo sul settore manifatturiero e sulle esportazioni cinesi.

Negli anni, anche il settore immobiliare ha giocato un ruolo fondamentale nell’economia del Paese asiatico, contribuendo in modo significativo alla ricchezza delle famiglie. Ora però il suo forte rallentamento ha cominciato a impattare negativamente, colpendo anche altri settori.

 

Cosa c’è di diverso rispetto al passato?

La Cina ha già affrontato momenti di rallentamento economico in passato, come durante la crisi finanziaria globale del 2008-09. In queste fasi, il governo aveva adottato una politica di stimolo attraverso investimenti infrastrutturali e incentivi al settore immobiliare. Ora però, queste misure sembrano aver perso la loro efficacia. Una parte di questi investimenti è improduttiva: per esempio, aprire un nuovo aeroporto può essere un ottimo stimolo, ma se rimane vuoto e non ci transita nessuno, non c’è un grande ritorno sull’investimento. A prescindere che l’aeroporto sia trafficato o meno, però, la sua costruzione ha richiesto l’emissione di obbligazioni o la richiesta di prestiti.

 

 

Tutto questo ha portato ad un aumento significativo del debito e anche alla creazione di una bolla immobiliare che costituisce in questo momento una minaccia alla stabilità. Ora, con gli investimenti in infrastrutture e immobili già al massimo e le esportazioni in calo, la Cina deve cercare nuove fonti di domanda economica, e lo sta facendo rivolgendosi in particolare ai consumatori.

Un problema chiave è rappresentato infatti dalla bassa spesa delle famiglie cinesi in proporzione al Prodotto Interno Lordo. Questo squilibrio strutturale è un ostacolo significativo: la ridotta spesa dei consumatori ha contribuito alla debolezza della domanda interna, limitando gli investimenti privati e favorendo la deflazione, ovvero un calo del livello generale dei prezzi.

 

Cosa succederà ora?

L’incertezza del contesto ha portato alcuni economisti a sollevare dubbi sull’obiettivo di crescita cinese del 5% per il 2023, suggerendo che potrebbe essere necessario un maggiore intervento da parte del governo. Anche se il 5% rappresenta un tasso di crescita superiore a quello di molte altre economie globali, è considerato insoddisfacente per un paese come la Cina, che negli anni ci ha abituati a livelli di crescita ben superiori. Ci sono una serie di preoccupazioni sulla capacità del governo di implementare misure di stimolo e le tensioni nel settore immobiliare, che rappresenta una parte sostanziale dell’economia, aggiungono ulteriori incertezze.

In sostanza, l’economia cinese è in una fase in cui manca l’equilibrio. Gli investimenti dominano l’economia molto più dei consumi, cioè di ciò che le famiglie spendono. Tuttavia, il governo sta adottando misure per affrontare la situazione, e la sua risoluzione sembra comunque alla portata di Pechino.

Nonostante questa sfida, l’economia globale sembra abbastanza solida da resistere alla crisi, ma il futuro rimane un elemento di incertezza che richiede un monitoraggio attento sui mercati finanziari. Le difficoltà della Cina potrebbero pesare sui suoi principali partner, soprattutto in Asia. Ma per il momento la maggior parte degli analisti ha respinto qualsiasi rischio sistemico più ampio.

 


 

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Ultimo commento
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    In sostanza, non sappiamo come andranno le cose. Siccome nessuno ha la palla di cristallo, tutto è possibile, e la crisi cinese potrà aggravarsi ed avere ripercussioni sul mercato globale oppure no e continuare ad avere un impatto limitato.
    Ma per il piccolo investitore la parola d’ordine è e sempre sarà: VIGILARE e DIVERSIFICARE!
    Bla bla, bla bla, bla bla…

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