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Bollettino AO | Russia-Ucraina, un anno dopo

I fatti salienti della settimana

Un anno di guerra. Ricorre oggi, venerdì 24 febbraio, il primo anno dall’inizio dell’operazione russa in Ucraina. Un primo anniversario contrassegnato da una nuova accentuazione del rischio geopolitico, tra la visita a sorpresa del presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Kiev – un segnale inequivocabile di sostegno all’Ucraina – e il discorso del presidente russo Vladimir Putin sullo stato della nazione.

Nel suo intervento, il presidente Putin ha annunciato che sospenderà la partecipazione della Russia al trattato internazionale New Start per il controllo della proliferazione degli arsenali nucleari, siglato con gli Stati Uniti e in vigore fino al 2026.

Un annuncio che è diretta conseguenza del deterioramento dei rapporti tra le due potenze cominciato molto prima dell’avvio della guerra in Ucraina e che punta ad avere soprattutto, per il momento, un effetto psicologico.

Ciò premesso, gli Stati Uniti e gli altri Paesi occidentali stanno continuando a sostenere militarmente e finanziariamente l’amministrazione Zelensky. E in Europa si discute sul nuovo pacchetto di sanzioni a carico di Mosca.

Tentativi cinesi. Nel frattempo, la Cina ha intensificato gli sforzi diplomatici, seppure non proprio da una posizione di equidistanza.

L’alto diplomatico cinese Wang Yi ha dichiarato che le relazioni con la Russia sono “solide come una roccia”. In un incontro con il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev, Wang ha affermato che la Cina cerca di “promuovere una cooperazione reciprocamente vantaggiosa in tutti i settori”.

Insomma, la Cina non ha intenzione di abbandonare il suo solido partner diplomatico, nonostante gli sforzi di Pechino per limitare i danni causati dalla guerra.

I 12 punti di Pechino. La settimana si è conclusa con un documento in 12 punti, diffuso dal ministero degli Esteri cinese, nel quale Pechino invita la Russia “ad astenersi dall’attaccare civili e strutture civili”, sollecitando il cessate il fuoco e la fine dei combattimenti in Ucraina perché la guerra “non prevede vincitori”.

Il governo cinese ha anche esortato Russia e Ucraina a incontrarsi e a riprendere “il dialogo diretto non appena possibile”.

Da che parte sta la Cina? Dalla sua, potremmo dire. Da una parte c’è la spinta per la pace, perché il protrarsi del conflitto non conviene a nessuno; dall’altra, il supporto alla Russia.

 

 

L’inverno sta finendo. Intanto sul Vecchio Continente l’inverno si avvia a conclusione. Le temperature sono state miti e così l’Unione Europea ha potuto ridurre la sua domanda di gas di quasi un quinto, battendo l’obiettivo del 15%.

Secondo i dati pubblicati martedì da Eurostat, il consumo UE tra agosto e gennaio è stato del 19% inferiore alla media dei cinque anni precedenti.

I dati non indicano in che misura il calo sia dovuto ai prezzi elevati o all’inverno mite, ma evidenziano il successo degli sforzi compiuti per scongiurare l’apocalittico scenario dei blackout.

Prospettive incerte. Tuttavia, i prezzi dell’energia in tutto il continente rimangono molto più alti rispetto a qualche anno fa. Anche per questo le prospettive europee rimangono alquanto incerte.

I dati sull’inflazione. A gennaio il tasso di inflazione annuale nell’Eurozona si è attestato all’8,6%, in lieve rialzo dall’8,5% della stima flash e in calo rispetto al 9,2% di dicembre. Nell’Ue l’inflazione è al 10%, rispetto al 10,4% di dicembre. In Italia al 10,7%, dal 12,3% di dicembre.

Migliora la fiducia. A febbraio, la fiducia dei consumatori nell’area euro è nuovamente migliorata, salendo di 1,7 punti a quota -19 punti. Nell’intera Ue, il dato è aumentato di 1,5 punti a -20,6.

Economia statunitense. Nel quarto trimestre del 2022 il Pil degli Stati Uniti ha registrato un aumento del 2,7%, sotto le attese e meno del 3,2% dei tre mesi precedenti.

Ma c’è anche da dire che nell’ultima settimana il numero di lavoratori che hanno chiesto sussidi di disoccupazione è sceso a 192mila unità, rispetto alle precedenti 195mila. Insomma, il mercato del lavoro tiene, e questo per la Fed ha una certa importanza.

Ancora rialzi. La maggior parte dei funzionari Fed, secondo i verbali dell’ultima riunione, ha concordato sulla scelta di rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse. Per la Fed, però, i rischi legati all’inflazione elevata permangono e nuovi aumenti ci saranno certamente.

Tassi alla giapponese. Nella sua prima audizione in Parlamento, il numero uno della Bank of Japan Kazuo Ueda ha praticamente confermato la linea espansiva. Il tasso di inflazione nipponico è salito del 4,2% a gennaio, al top da 41 anni.

 

Come si sono mossi i mercati

Listini nervosetti. Settimana difficile per i listini, che ancora non sembrano accettare fino in fondo la linea restrittiva di Fed e Bce. Una linea che si rende necessaria alla luce dei dati macro, a cominciare da quelli sull’inflazione.

Pesano poi le tensioni geopolitiche tra Pechino e Washington, su uno scacchiere internazionale che vede la Cina sempre più vicina a Mosca e nella settimana in cui ricorre l’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina.

Bene Tokyo, grazie al neogovernatore della Banca del Giappone Ueda, che ha appunto confermato l’attuale politica ultra-accomodante della banca centrale.

Spread, petrolio, oro. Venerdì mattina lo spread Btp-Bund si è riavvicinato ai 200 punti base. Brent sugli 82 dollari al barile, Wti sui 76. Gas a quota 52. Oro inchiodato sui 1.800 dollari l’oncia.

 

Indici azionari Performance settimanale Performance da inizio mese
FTSE MIB -2.06% 5.65%
MSCI Europe -0.54% 1.88%
S&P 500 -1.17% 2.52%
Nikkei -1.90% 0.06%
Shanghai Composite CSI 300 0.39% -1.07%
Indici obbligazionari Performance settimanale Performance da inizio anno
10-yr yield on Italian Bond (BTP) 4.36% 4.64%
10-yr yield on US Treasuries 3.88% 3.88%
10-yr yield on German Bund 2.49% 2.53%
10-yr yield on Eurozone bonds 2.49% 2.53%
Spread Btp-Bund 190.22 punti 9.92%
Materie prime Performance settimanale Performance da inizio mese
Oro 55.25 eur/gr (0.00%) -3.11%
Petrolio Wti 74.17 usd/barile (-3.30%) -7.58%
Valute Performance settimanale Performance da inizio mese
Cambio Eur/Usd 1,0555 (-0.72%) -2.47%
Cambio Eur/Gbp 0,8824 (-0.82%) 0.35%

Indici di mercato. Dati aggiornati ore 17.00 del 24/02/23.

 

I market movers della prossima settimana

Negli Stati Uniti attenzione ai principali ordinativi di beni durevoli e ai contratti pendenti di vendita di abitazioni, ma anche all’indice Ism dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero e non manifatturiero.

Anche in Europa atteso un aggiornamento sull’indice dei direttori degli acquisti. Focus poi sulla variazione della disoccupazione in Germania.

 


 

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