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Cos’è la Modern Monetary Theory e perché tutti ne parlano

Per Thomas Kuhn, le rivoluzioni della scienza avvengono quando la comunità scientifica adotta un paradigma alternativo a quello fino ad allora dominante.

Applicando tale schema concettuale al pensiero economico, possiamo dire che se la Modern Monetary Theory – o Teoria della Moneta Moderna – venisse accettata dalla comunità scientifica, rappresenterebbe un nuovo paradigma e quindi una rivoluzione, almeno per quello che riguarda la politica fiscale. Vediamo perché.

 

I punti essenziali della Modern Monetary Theory

A febbraio di quest’anno è uscito il manuale di riferimento della Teoria della Moneta Moderna. Confesso che non l’ho ancora comprato, ma su blog e giornali finanziari se ne parla parecchio.

 

Si fa un gran parlare di Modern Monetary Theory ultimamente

 

In estrema sintesi, e in base a quello che ho capito, la Teoria della Moneta Moderna si basa su alcuni principi cardine1:

  • La moneta è un’entità legale che chiunque può decidere di emettere, ma solo lo Stato è in grado di renderla credibile e accettabile come mezzo di pagamento.
  • Uno Stato non può fare default se emette debito nella propria valuta e si attiene a un regime di cambio flessibile.
  • Nei sistemi monetari moderni, la moneta viene creata ogni volta che le banche commerciali concedono un prestito. Le obbligazioni comprate dalla banca centrale (QE) non creano di per sé moneta perché non creano un prestito ma aumentano le riserve dalla banca centrale (non moneta).
  • La finanza dovrebbe essere funzionale, ovvero dedita all’interesse pubblico. In quest’ottica, politica fiscale e politica monetaria dovrebbero essere pensate per raggiungere la piena occupazione, mantenendo bassa l’inflazione.
  • Occhio al debito privato. Dal momento che non può emettere moneta per pagare i suoi debiti, il settore privato è fonte di instabilità finanziaria.
  • Il debito pubblico è l’asset finanziario di qualcun altro. I titoli di debito pubblico sono un asset per il sistema privato: l’analisi sui movimenti dei flussi da un settore a un altro è un ottimo schema per prevenire situazioni potenzialmente pericolose.

 

 

Se si parte da questi principi, l’ossessione per il debito pubblico può considerarsi un’esagerazione. Infatti, secondo la TMM, un Paese che emette debito nella propria moneta non si deve preoccupare troppo di accumulare debito (e fare deficit), perché in ogni momento è in grado di onorarlo grazie al supporto della sua banca centrale. E senza perdere la faccia di fronte ai mercati, perché volendo può agire sulle tasse.

Ovviamente, la leva fiscale va utilizzata per raggiungere la piena occupazione. E nel caso in cui l’inflazione iniziasse a mordere, si dovrebbe agire aumentando i tassi o alzando le tasse.

 

Cosa dicono i critici

“L’idea che il deficit non conti per i Paesi che possono indebitarsi nella propria moneta, ritengo sia un’idea semplicemente sbagliata”. Sul tema è a dir poco tranciante Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, che ha espresso questo commento a febbraio.

Non è una voce nel deserto, anzi. La Teoria della Moneta Moderna va in netto contratto con il “consensus” della comunità scientifica perché riattribuisce alla politica fiscale una funzione che di solito è propria della politica monetaria e, per questo, mette in discussione il concetto stesso di “disciplina fiscale”.

I critici insistono fondamentalmente su due punti:

  • una collaborazione efficace tra governo e banca centrale è improbabile;
  • perdendo di vista la disciplina fiscale si rischia di provocare un aumento eccessivo del debito pubblico, facendo esplodere fra l’altro l’inflazione e compromettendo il ruolo del mercato, cosa che inficerebbe la crescita potenziale di lungo termine.

In sostanza, i detrattori della TMM pensano che questa sia la via più azzeccata per mettere un Paese su una pessima strada.

 

Perché è diventata così nota (e chi la sostiene)

In Italia, la TMM ha preso piede in riferimento alle varie scuole di pensiero più o meno apertamente anti-UE e anti-euro. Ma nel contesto internazionale il nostro Paese è in buona compagnia.

Nel 2020 gli Stati Uniti torneranno al voto e la battaglia, come sempre, è accesissima. Nell’aria c’è una certa voglia di reflazione, sia a destra che a sinistra, ma è proprio in questo campo che la TMM entra in gioco.

L’ala più radicale di sinistra (Bernie Sanders ed Elizabeth Warren) sta dettando la linea con proposte radicali come istruzione e sanità gratuita per tutti o la riconversione completa dai fossili alle rinnovabili (il cosiddetto Green New Deal): tutte ottime intenzioni. Ma quando qualcuno chiede dove si potrebbero scovare i (tanti) soldi che servirebbero per finanziare queste riforme, la risposta spesso è proprio negli assunti della TMM.

Insomma, le prossime elezioni USA potrebbero segnare l’inizio di una grande rivoluzione culturale. Staremo a vedere.

 



1 – Modern Monetary Theory – How I Came to MMT and What I Include in MMT, autore: Randy Wray

Scritto da

Segue tematiche economiche e finanziarie per il team financial strategies group di Advise Only. Dopo aver conseguito una doppia laurea in Management all’Università di Torino e all’ESCP Europe, ha deciso di proseguire i suoi studi con un master in Economia Internazionale a Paris Dauphine. Dopo 4 anni di vita parigina ed esperienze lavorative come economista e strategist, sbarca in Advise Only con l’obiettivo di sviluppare la parte di analisi economica e congiunturale.

Ultimi commenti
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    La sua sintesi mi pare un po’ sbrigativa. In Italia c’è di più. La realtà italiana, dove si è in campagna elettorale permanente, dimostra che la MMT viene tirata per i capelli dai sovranisti anti EU proprio per cercare di assecondare un’idea di spesa pubblica in deficit. Peccato che i rudimenti della MMT siano ispirati da un modello basato su prezzi costanti il quale è, per l’appunto, solo teorico. Nelle condizioni indicate dai nuovi profeti della TV (economisti senza titoli o professori universitari frustrati) la crisi inflativa andrebbe a colpire pesantemente il potere d’acquisto di salari e stipendi abbassando il livello di vita di gran parte della popolazione. Quindi l’uso che si fa in Italia della MMT è sostanzialmente un imbroglio.

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      intanto è tutta da dimostrare l’arrivo reale dell’inflazione nel caso di applicazione della TMM, perchè finora tutto l’imbroglio dell’Euro (questo è il vero imbroglio) è anche basato sullo spauracchio di questa inflazione (intesa da domanda maggiore offerta)
      che anche se fosse insita nel meccanismo teorico, intanto non crea dei morti o disperati, come invece l’austerità.
      E però tale fantomatica inflazione non viene mai nemmeno lontanamente sfiorata, perchè tutto è cementato a priori nelle stupide e truffaldine regole di Mastreecht ed in una disoccupazione a due cifre in certi paesi. Il crollo della UE deve passare anche dall’eliminazione delle banche.

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    Più che del livello del debito degli stati o dei privati mi concentrerei sull’immensa massa di soldi drenati dalla finanza dei derivati, che continuano a crescere in barba a tutte le teorie. Da lì nascono i timori del settore finanziario: che un tremore su un debito pubblico (arginabile con gli interventi classici di politica fiscale o monetaria) si possa trasformare in un immenso crollo del castello di sabbia.

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