a
a
HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'Danni collaterali dei salvataggi bancari

Danni collaterali dei salvataggi bancari

Questa del pensionato di 68 anni che si è tolto la vita dopo aver perso i suoi risparmi nel fallimento dell’Etruria è proprio una storiaccia. Fomentata dai mezzi di comunicazione che ci sguazzano, ha agitato le folle. Non si parla d’altro. Un militare direbbe che si tratta d’un danno collaterale dei salvataggi bancari.

Da questa vicenda viene fuori il peggio dell’Italia

Da un lato banche che nei conti titoli dei clienti hanno piazzato obbligazioni subordinate già in decomposizione, con rendimenti sugosi ma alto tasso di rischio. Per farlo magari hanno taroccato i questionari MIFID, giusto così per alzare il profilo di rischio del cliente quel tanto che basta a propinargli qualsiasi bidone. Tanto che l’Unione Europea accusa Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Cassa Ferrara di aver venduto “prodotti inadeguati” ai clienti. Quelle stesse banche che poi, come nel caso di Banca dell’Etruria, dopo gestioni allegre e clientelari, sprofondano nel fango e vengono salvate mettendo ampiamente mano alle tasche dei risparmiatori. Banca d’Italia in passato propose di vietare la vendita diretta di bond subordinati ai “semplici” risparmiatori, ma evidentemente senza grande successo.

Dall’altro clienti che continuano a ignorare la prima regola di un risparmiatore: informarsi e capire prima di investire dei soldi. Soprattutto se è una grossa fetta del patrimonio. Io ne ho vista di gente famelica che dice infoiata: “Non mi interessa entrare nei dettagli, dimmi solo quanto mi rende”. No! No! Dovete crescere! Basta con “Quanto mi rende?”.  È una domanda assurda. Perché generalmente non ha risposta, non si sa, punto, non si sa. Si sa solo per i depositi e le obbligazioni, ammesso che non vadano in default, abitudine che i bond non riescono a perdere. Ficcatevelo nella zucca: la prima domanda da fare è: “Quanto rischio?”

Ma una cosa è chiara: il cittadino è sempre più solo, specie con i propri quattrini. Vediamo qualche esempio.

La pensione? L’INPS non vi pagherà, con alta probabilità, la pensione che vi aspettate (il presidente dell’INPS Tito Boeri, correttamente, ha provato a dirlo, ma l’hanno zittito). E allora dovete pensarci voi, con un risparmio previdenziale. Meno smartphone e più soldi accumulati per quando sarete vecchi. Non suona figo, ma quando avrete 70 anni ne sarete felici.

I soldi in banca? Se siete azionisti o creditori di una banca, perché avete comprato le obbligazioni che ha emesso o avete depositato i soldi lì, potreste essere chiamati a pagare per tirarla fuori dal letame. Queste sono le nuove norme sul bail-in. Ma il bail-in, e ora sarò veramente impopolare, è giusto. Perché non si può mettere a rischio un intero Paese, o un intero continente, per una banca gestita male da quattro panzoni che pensano solo al loro tornaconto. Guardate che questo fa il bail-in: evita che il contagio si propaghi ovunque, facendo chiudere banche e imprese e saltare posti di lavoro in modo generalizzato. Bisogna pensarci prima. Se un bond bancario rende il 9% quando il BTP decennale rende l’1,5% e non vi ponete delle domande, poi non lamentatevi quando il bond fa default.

Il punto è che le situazioni di crisi devono essere prevenute, i risparmiatori in più grave difficoltà economica aiutati, in stile 118, e i manager bancari devono pagare per i loro errori. “Skin in the game”, lo chiamano gli inglesi: sei un manager bancario con lo stipendio di giada e la poltrona di pelle umana? Bravo, allora assumiti le tue responsabilità, ti ci devi giocare la pelle, almeno professionalmente. Fosse per me, pesantemente, molto pesantemente.

Ora la procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo sul suicidio del pensionato che ha perso tutto: il pm procede contro ignoti per istigazione al suicidio. Non ho ancora capito se sarà una cosa che va nella direzione giusta, o è il classico show di magistrati in cerca di notorietà. Vedremo.

Risparmiatori, informatevi.

A voi risparmiatori, lo ripeto anche se l’ho già scritto fino alla noia, non resta che essere diffidenti e non prendere per buono nulla di ciò che dice la banca o il promotore finanziario: loro sono in conflitto d’interesse con voi, e le cose non vanno migliorando. Quindi siete voi che dovete informarvi e capire; non è poi così difficile. E poi, valutata la situazione, assumervi i rischi che potete sopportare. Perché senza rischiare non guadagnerete nulla. Ma ci vuole buon senso, prudenza, un po’ di diligenza. Quella del “buon padre di famiglia” del codice civile, la ricordate?

Scritto da

Con www.adviseonly.com la finanza non è mai stata così semplice. La nostra missione è spiegarvi il mondo degli investimenti in modo chiaro e senza giri di parole, per rendervi investitori più informati e consapevoli.

Ultimi commenti
  • Avatar

    NO, NO, NO, !!!!
    Non c’è proporzione culturale fra sistema bancario e risparmiatori. Lo capisco perfino io !! E quindi lo sanno (e lo sapevano) anche politici e banchieri, ma hanno ugualmente approfittato. Sono complici. Gli fa troppo comodo il “parco buoi”. Adesso il giocattolo si è rotto.
    Non si può denunciare ADESSO che il prodotto era “solo per professionisti”. Adesso che è stato scoperchiato il vaso di Pandora.
    Una pistola non è vendibile senza porto d’armi, un farmaco lo può VENDERE solo un farmacista.
    Se un ladro entra in casa mia, il ladro resta sempre lui. Anche se lascio la porta aperta. Facile dare SEMPRE COLPA AL PIù DEBOLE (che non ha spazio sui giornali) !!
    Accetto di pagare per le mie responsabilità SOLO DOPO che i delinquenti abbiano pagato il GIUSTO prezzo per le loro malefatte. Cosa che fino ad ora è successa solo a Calisto Tanzi. (ed infatti non era colpa sua, ma lui era vittima dei ricatti dei politici : Prodi, Centrale del latte di roma, vi dice niente ?)
    Nessun senso di colpa per i “posti di lavoro” persi: oppure accettate lo spaccio di droga, che “crea posti di lavoro” ?

  • Avatar

    Condivido, anche il tono. L’italiano medio quando deve spendere per lo smartphone o l’auto fa mille confronti, si documenta, consulta i blog e le pubblicazioni specializzate. Giustamente si vuol fare un’opinione autonoma. Quando invece investe i risparmi fa un atto di fede, come andasse in chiesa. Se l”officiante ispira fiducia è fatta, anzi è fatto.

lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.