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#IlGraffio: se il buy-back del debito non taglia le spese pazze delle Regioni

Il Ministero dell’Economia (MEF) lancia un piano di riacquisto (buy-back) di titoli da 7.800 milioni di debito di 8 Regioni (Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia), emessi negli anni passati a tassi elevati rispetto a oggi. Il buy-back ha l’obiettivo di ridurre il costo dell’indebitamento e di allungare la vita del debito stesso, sino a 30 anni.

Come funziona il buy-back di titoli regionali?

Il MEF emetterà un mega-bond di 7.800 milioni, che ai tassi attuali avrebbe una cedola del 2,99%. Utilizzerà poi I soldi raccolti per finanziare le singole Regioni, che a loro volta potranno riacquistare una serie di emissioni obbligazionarie fatte negli anni passati, che pagano una cedola annua sino al 6,26% fisso.

L’operazione coinvolge 2 tipologie di debiti per i quali è consentito provvedere all’estinzione anticipata:

  1. i debiti relativi a mutui già contratti dalle regioni col MEF o la CDP SpA, con vita residua oltre i 5 anni e importo residuo superiore ai 20 milioni;
  2. i debiti relativi ai prestiti obbligazionari emessi dalle regioni, con vita residua oltre i 5 anni e con un valore dei titoli in circolazione pari o superiore a 250 milioni.

Per entrambe le tipologie, il MEF sottoscriverà un mutuo emesso dalle Regioni rimborsato su base trentennale, che pagherà un tasso di interesse passivo fissato in base al rendimento dei BTP aventi la durata finanziaria più vicina a quella del mutuo concesso dal MEF. Qualora ai titoli oggetto del riacquisto siano associati dei derivati (swap), le Regioni dovranno obbligatoriamente procedere alla loro contestuale chiusura.

Con questo buy-back, le Regioni riacquistano titoli regionali illiquidi (mercato virtualmente inesistente) e con valori attuali stimati inferiori a quelli del 2014 a causa del peggioramento del loro rating; inoltre, è previsto obbligatoriamente che si  chiudano i contratti di copertura degli interessi esistenti (swap), la cui valutazione risulta altrettanto se non più difficile. Il MEF ha indicato le formule con cui calcolarli.

Perché il buy-back dovrebbe funzionare?

Gli operatori bancari scommettono sulla liquidità esistente, dopo il QE, sulle migliori condizioni di mercato dei titoli governativi; sulla tempistica che si posiziona entro fine 2015. In caso di successo, le Regioni interessate potranno ridurre le cedole sul loro debito al 3% annuo circa, portare a 30 anni la durata del debito, chiudere i contratti derivati.

A seconda di come si vuole vedere mezzo pieno o mezzo vuoto il bicchiere (scheggiato) della finanza pubblica italiana, il MEF si troverà a emettere nuovo debito a 30 anni al tasso del debito sovrano italiano, allo scopo di alleggerire gli oneri per la finanza regionale. Peccato che le Regioni non saranno invitate a mettere in ordine a conti e spese oggi fuori controllo, limitandosi a pagare (parte dei loro cospicui) debiti commerciali verso fornitori.

Come noto, la finanza creativa, crea poco o nulla, salvo distruggere credibilità e rettitudine.

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