a
a
HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'La Cina? Presto sarà il nuovo “ombelico del mondo”

La Cina? Presto sarà il nuovo “ombelico del mondo”

L’avanzata della Cina verso l’apice della piramide del potere mondiale è in corso già da tempo – e l’atteggiamento ostile degli Stati Uniti fa capire chiaramente come la prima potenza mondiale si senta minacciata dal Paese del Dragone che incalza. Ma la pandemia di covid ha impresso una decisa accelerazione a questa tendenza in atto (e non solo a questa, per dirla tutta – basti pensare alla digitalizzazione).

Ebbene, stando a un report diffuso di recente dal britannico Centre for Economics and Business Research, la Cina “soffierà” agli Stati Uniti lo scettro di prima potenza mondiale con cinque anni di anticipo rispetto alle previsioni precedenti. Un vantaggio che Pechino ha maturato proprio grazie a una migliore gestione dei contagi rispetto a quanto fatto negli Usa e in Europa, che consentirà al colosso asiatico di imboccare più rapidamente il sentiero della ripresa.

 

L’unica grande potenza col segno +

Gli ultimi dati macro mostrano come la Cina sia stata l’unica tra le grandi potenze economiche mondiali ad archiviare il 2020 con un pil in crescita. Resta il valore più basso dal 1976, ma il rimbalzo è stato veloce. Una prova della forza del Dragone asiatico che grazie all’efficace contenimento del virus è riuscito a riprendersi prima di tutti, accrescendo la sua centralità nell’economia globale – vedi accordo Rcep– . Il dato dell’ultimo trimestre del 2020, ben +6,5%, batte le aspettative. Non solo: è più alto rispetto al ritmo di crescita pre pandemia, visto che lo stesso periodo del 2019 si era chiuso a +6%.
 

 

L’efficace contenimento della pandemia

Anche se la Cina ha rappresentato il primo Paese ad essere colpito dal virus – che anzi, inizialmente era percepito come un problema esclusivamente cinese – Pechino è intervenuto tempestivamente con misure restrittive molto severe, riuscendo così a evitare una devastante seconda ondata di contagi. Seconda ondata che ha invece costretto Europa e Stati Uniti a nuove chiusure, con tutti i danni economici che ne conseguono.

Gli effetti iniziano già a vedersi e si dispiegheranno con forza ancora maggiore negli anni a venire: guardando alla potenza direttamente concorrente, gli Stati Uniti, secondo le stime formulate dal CEBR, dopo un deciso rimbalzo post pandemico nel 2021, cresceranno di circa l’1,9% all’anno tra il 2022 e il 2024, per poi rallentare intorno all’1,6% negli anni successivi. Dal canto suo, l’economia cinese dovrebbe crescere del 5,7% ogni anno fino al 2025 e del 4,5% all’anno tra il 2026 e il 2030.

Il risultato di queste previsioni è rappresentato nel grafico qui sotto:
 

 

Il baricentro del potere si sposta a est

Come abbiamo detto, l’avanzata cinese non è avvenuta nel giro di una notte, ma è una tendenza in atto da decenni. Sta di fatto che i numeri sono impressionanti: se nel 2000 il Paese asiatico rappresentava circa il 3,6% dell’economia mondiale, oggi la quota è balzata al 17,8%.

Non solo. Stando alle proiezioni delle Nazioni Unite, la Cina ha già superato gli Stati Uniti come prima destinazione per gli investimenti esteri diretti. Nello specifico, quest’anno i nuovi investimenti effettuati negli Usa da aziende straniere sono crollati del 49% a 134 miliardi di dollari (dai 251 miliardi del 2019), mentre quelli registrati da Pechino sono aumentati del 4% a 163 miliardi di dollari (dai precedenti 140 miliardi). Va detto che, se la Cina ha messo a segno il sorpasso sui nuovi flussi di investimenti esteri, gli Usa restano in testa per la quota di investimenti esteri totali. Ma il dato è l’ennesimo segnale del movimento cinese verso il centro della scena mondiale.

Insomma, il baricentro del potere si sta muovendo inesorabilmente verso est. Va detto però che, almeno per il momento, gli effetti del passaggio di testimone non si faranno sentire più di tanto sui cittadini: come precisa il report del CEBR, è probabile che, anche dopo il 2028, il cinese medio rimarrà decisamente più povero rispetto all’americano medio.

È una questione matematica: la popolazione cinese è quasi il quadruplo rispetto a quella statunitense.

 

Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

Nessun commento

lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.