a
a
HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'Legge elettorale in Italia: quattro cose da tenere a mente durante il dibattito

Legge elettorale in Italia: quattro cose da tenere a mente durante il dibattito

Una dei parametri fondamentali per un Paese è la stabilità: la certezza che un governo faccia il suo mestiere per un periodo sufficiente a risolvere le questioni del momento e costruire le soluzioni per i problemi del futuro.

Ora, è inutile dirlo, l’Italia non è proprio un monumento alla stabilità: 62 governi in 66 anni di vita repubblicana. Quasi uno all’anno. È evidente che, soprattutto oggi, serve una legge elettorale capace di mantenere un governo per il tempo di una legislatura, 5 anni.

Da quando Matteo Renzi ha preso le redini del Partito Democratico, c’è stata un’innegabile accelerazione sulla proposta di riforma elettorale, resa ancora più urgente dalla bocciatura del Porcellum da parte della Corte Costituzionale. Senza entrare nel merito del dibattito, questo cambio di passo può trasformarsi in un opportunità per l’intero Paese e per gli investitori, a patto che la nuova riforma elettorale migliori l’attuale sistema politico rendendolo più stabile ed efficiente.

L’attuale proposta di massima (Italicum) prevede l’attribuzione dei seggi attraverso un sistema proporzionale a liste bloccate, con un premio di maggioranza del 15% per la coalizione o partito che raggiunge la soglia del 37% dei voti. Inoltre, la riforma prevede una soglia di sbarramento del 4,5% per i partiti che si presentano in coalizione e la trasformazione del Senato della Repubblica in Camera dei Comuni in modo da limitare la frammentazione dei seggi ed accelerare i tempi di varo delle leggi (fine del bicameralismo perfetto).

In attesa di capire i prossimi passi della legge in discussione in Aula da ieri, diamo un sguardo ai sistemi elettorali degli altri Paesi.

Clicca per ingrandire

sistema-proporziona-vs-maggioritario-nel-mondo

Dal grafico emerge che il sistema dominante è quello maggioritario. Ma non in tutti Paesi funziona allo stesso modo. Infatti, ogni sistema elettorale offre vantaggi e svantaggi e pensare che ce ne sia uno perfetto è irrealistico. Premesso che non sono un esperto del tema (e aver passato qualche pomeriggio a leggere cosa dice la ricerca economica non mi rende tale[1]), provo a riassumere quattro aspetti da tenere a mente per capire meglio il dibattito.

  1. Il legame tra crescita economica e sistema elettorale: non c’è un giudizio unanime su quale dei due sistemi (proporzionale vs. maggioritario) produca i maggiori benefici in termini di crescita economica.
  2. La partita si gioca su ciò che si vuole privilegiare tra “rappresentanza” (il sistema elettorale rispecchia tutte le idee politiche del territorio) e “accountability” (rendere il politico responsabile per le sue azioni).
  3. Il sistema maggioritario sembra aumentare il controllo del cittadino verso la politica (accountability), incoraggiare i buoni comportamenti e ridurre la corruzione, ma rischia di favorire solo alcune categorie specifiche di elettorato.
  4. Al contrario, il sistema proporzionale tende a favorire una maggiore universalità dei programmi di redistribuzione (maggiore spese in istruzione e welfare) e maggiore convergenza tra i partiti. Ciò da un lato rende più complessa la governabilità, ma dall’altro può incoraggiare gli investimenti e la produttività, proprio perché le leggi approvate dovrebbero avere un maggiore consenso tra i partiti.

A leggere questi macro punti sembra che fino ad adesso il nostro sistema elettorale abbia solo preso il peggio di entrambi i sistemi: poca governabilità e scarsa accountability.

Speriamo nel futuro.


[1] Carl Henrik Knutsen, “Which democracies prosper? Electoral rules, form of government and economic growth”, Electoral studies 20 (2011) 83-90.

Diego Aboal, “An Economic Theory of Electoral Systems”, Centro de Investigaciones Economicas (CINVE, Uruguay)

M. Rosaria Alfano, A. Laura Baraldi, “The Design of Electoral Rules and Their impact on Economic Growth: The Italian Case”, Università degli studi di Napoli, Dipartimento di Studi Economici

T. Person, G. Tabellini, “Electoral System and Economic Policy”, from the Oxford Handbook of Political Economy, Barry Weingast and Don Wittman, Oxford University press 2006.

Scritto da

Segue tematiche economiche e finanziarie per il team financial strategies group di Advise Only. Dopo aver conseguito una doppia laurea in Management all’Università di Torino e all’ESCP Europe, ha deciso di proseguire i suoi studi con un master in Economia Internazionale a Paris Dauphine. Dopo 4 anni di vita parigina ed esperienze lavorative come economista e strategist, sbarca in Advise Only con l’obiettivo di sviluppare la parte di analisi economica e congiunturale.

Nessun commento

lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.