a
a
HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'Trading azionario, dopo le meme stock arriva il giro di vite della Sec

Trading azionario, dopo le meme stock arriva il giro di vite della Sec

Giro di vite in arrivo per il trading azionario negli Stati Uniti. La Sec – Securities and Exchange Commission – ha discusso la settimana scorsa quella che si prefigura come una vera e propria rivoluzione normativa per la struttura del mercato azionario americano, con l’obiettivo di aumentare la trasparenza e l’equità a favore degli investitori, migliorando allo stesso tempo la competitività del mercato.

Le nuove proposte si addentrano nei meandri del funzionamento di un mercato da 43.000 miliardi di dollari e influiscono su tutto, dall’inserimento degli ordini alla determinazione dei prezzi, fino alle informazioni che i broker dovranno fornire ai clienti.

Nel dettaglio, ha fatto sapere la Sec, esse prevedono l’obbligo di inviare in asta gli ordini retail prima dell’esecuzione, un nuovo standard per i broker, che dovranno ora dimostrare di ottenere le migliori execution possibili per gli ordini dei clienti, e una riduzione delle commissioni di accesso alle piattaforme di scambio.

La norma apparsa da subito come la più controversa tra quelle proposte dall’autorità di regolamentazione è un nuovo meccanismo d’asta che costringerebbe i broker a offrire gli ordini degli investitori retail sotto i 200mila dollari a un gruppo più ampio di sedi di negoziazione.

 

Ricordate le meme stocks?

La riforma ipotizzata dalla Commissione, scrive Bloomberg, è una risposta diretta a molte delle questioni emerse lo scorso anno dalla corsa alle cosiddette “meme stocks”, come GameStop e Amc.

“I mercati come li conosciamo oggi non sono del tutto equi e competitivi per gli investitori retail”, ha detto di recente il presidente della Sec, Gary Gensler. La nuova normativa potrebbe essere introdotta per gradi, ma nel suo insieme porterebbe al maggiore cambiamento per il settore dal 2005, quando la Sec ha introdotto il Regulation National Market System, volto a modernizzare e potenziare un mercato sempre più frammentato e in gran parte elettronico.

 

 

Migliorare la competitività

In linea di massima, scrive ancora Bloomberg, le nuove regole potrebbero portare a un aumento degli ordini di titoli in Borse come il Nasdaq e la Borsa di New York. Attualmente, una parte significativa delle transazioni al dettaglio non raggiunge direttamente il mercato azionario, ma viene intermediata da broker wholesale come Virtu Financial e Citadel Securities, che acquistano ed elaborano le transazioni dei clienti provenienti da aziende come Robinhood Markets.

Secondo le stime della Sec, a settembre 2022 questi scambi “mediati” costituivano il 42% di del totale, circa tre volte la quota rilevata nel 2009.

E se da un lato questa pratica aiuta i grandi broker a offrire agli investitori al dettaglio un trading azionario a prezzo ridotto o gratuito, dall’altro la Sec teme che non porti alle migliori offerte per i clienti. La ricerca dell’autorità di regolamentazione stima infatti che i piccoli investitori perdano 1,5 miliardi di dollari all’anno – o 1,08 centesimi per ogni 100 dollari scambiati – a causa di quella che descrive come una “carenza di concorrenza”. “Il miglioramento della competitività potrebbe valere circa 1,5 miliardi di dollari all’anno rispetto alla prassi attuale, denaro che potrebbe tornare nelle tasche degli investitori al dettaglio”, ha spiegato Gensler.

Le azioni di Virtu sono crollate del 7,5% a New York dopo l’annuncio della possibile revisione regolamentare, il calo intraday più significativo da aprile, mentre i titoli di Robinhood sono arrivati a perdere il 4,4% per poi rimbalzare.

 

Trasparenza compromessa?

Del resto, sostiene Gensler, una riforma era ormai necessaria: “i mercati sono diventati sempre meno trasparenti, soprattutto per gli investitori individuali”, ha detto. “Questo è dovuto in parte al fatto che non c’è parità di condizioni tra i diversi segmenti del mercato: wholesale, dark pool e Borse aperte”.

Le proposte della Sec rimarranno aperte a revisioni e commenti fino almeno al 31 marzo 2023, scrive il Financial Times.

 


 

Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

Nessun commento

lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.