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HomeECONOMIA E MERCATIGRAFICO DELLA SETTIMANAGrafico della settimana: titoli tech, da grande scommessa a bene rifugio

Grafico della settimana: titoli tech, da grande scommessa a bene rifugio

Lo avreste mai detto? Uno degli effetti dell’allarme Omicron – relativo cioè alla nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2, individuata in Sudafrica – è stato che i titoli tecnologici statunitensi hanno consolidato il loro status di rifugio azionario. E non è passato molto tempo da quando il tech veniva percepito, a vario titolo e grado, come una scommessa a volte anche un pelino azzardata.

A segnalare il cambio di casacca – da scommessa forse anche un pochino azzardata a bene rifugio addirittura – è il nostro consueto e apprezzatissimo Cormac Mullen, cross-asset reporter ed editor per Bloomberg News a Tokio, nella newsletter mattutina di Bloomberg, dalla quale captiamo spesso temi e segnali che poi sottoponiamo alla vostra attenzione. Qualche giorno fa, come forse ricorderete, è toccato al dollaro statunitense, da brutto anatroccolo a “bella del ballo”.

Ma veniamo al dunque: perché oggi il tech è visto come un bene rifugio?

 

Futures del Nasdaq sullo stesso piano dei Treasuries statunitensi

Mullen prende i futures del Nasdaq 100 come “proxy”, che in gergo tecnico vuol dire la variabile cui si guarda in sostituzione di un’altra variabile che, per esempio, non può essere misurata. Ebbene, guardando ai futures del Nasdaq 100, viene fuori che “la coorte ha già recuperato le perdite di venerdì e si è spinta più in alto, qualcosa che gli equivalenti S&P 500, Eurostoxx 50 e Nikkei 225 non sono ancora riusciti a fare”.

La performance dei due giorni mette i futures del Nasdaq sullo stesso livello dei Treasuries statunitensi – il bene privo di rischio per eccellenza – per quanto le obbligazioni lo scorso venerdì siano salite e non scese.

 

 

Tech, “membri dell’establishment azionario in pantofole”

Insomma, i nomi tecnologici sono riusciti, almeno per il momento, a mandare in soffitta la percezione di essere scommesse ad alto beta e ad alto rischio, trasformandosi – scrive il sempre efficace Mullen – “in membri dell’establishment del mercato azionario che indossano pantofole”.

 

 

Dato che l’incertezza sulla variante Omicron ci accompagnerà per almeno un certo numero di settimane, questa percepita capacità difensiva risulterà una caratteristica attraente verso la fine dell’anno.

Ma con le domande sulle valutazioni alle stelle e l’indagine governativa che deve ancora trovare pienamente riscontro e risposte, il giorno della resa dei conti – che sembrava minacciare il tech quest’anno – è solamente spostato in avanti. Parola di Cormac Mullen.

 


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