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#ABCFinanza: cosa sono le aste TLTRO e che effetti hanno sull’economia reale?

Arrivano i TLTRO: cosa sono e che impatto hanno sulla nostra economia.

La tanto attesa decisione è finalmente arrivata: la BCE ha annunciato un nuovo programma di aste TLTRO a partire da settembre 2019. L’Eurotower si prepara a elargire nuovamente condizioni monetarie accomodanti e un nuovo piano di finanziamenti a lungo termine per gli istituti bancari. Se ne parla molto, ma cosa sono esattamente le aste TLTRO? Che effetti hanno sull’economia reale?

 

Cosa sono le aste TLTRO

TLTRO è l’acronimo di Targeted Longer Term Refinancing Operations e rappresentano una delle tante operazioni di politica monetaria1 a disposizione della Banca Centrale Europea (BCE). Le aste TLTRO hanno lo scopo di immettere liquidità nel sistema finanziario e, in teoria, spingere le banche a erogare credito a imprese e famiglie. In parole semplici, si tratta sostanzialmente di prestiti agevolati agli istituti bancari.

Perché si parla di aste? Perché le banche possono aggiudicarsi i suddetti prestiti attraverso una serie di aste, tramite cui la BCE finanzia gli istituti bancari tenendo conto del numero di prestiti concessi da essi a società e privati.  Ed è proprio per questo che si chiamano “targeted operations”, cioè “operazioni mirate”, perché l’ammontare che le banche prendono in prestito è direttamente correlato ai finanziamenti che erogano alle imprese e alle famiglie. Qualora le banche non dovessero rispettare le condizioni poste, dovranno restituire quanto ricevuto, pagando una penale.

La nuova serie di aste TLTRO partirà a settembre 2019 e si estinguerà a marzo 2021. Le banche potranno ottenere fino al 30% dello stock di prestiti idonei alla data del 28 febbraio 2019 e ogni finanziamento avrà una durata di quattro anni. Il tasso di interesse sulle operazioni sarà legato al tasso MRO (Main Refinancing Operation) che attualmente è pari a zero, ma che potrà ulteriormente scendere come successo per il tasso dei depositi, che si trova ora a quota -0.40%. I tassi saranno quindi nulli o negativi per quelle banche che prestano liquidità a privati, famiglie e imprese.

 

 

Perché la BCE ha introdotto una nuova serie di aste TLTRO?

Nella storia della BCE ne sono state varate 3: una nel 2014, una nel 2016 e quest’ultima del 2019, sempre tese a scongiurare lo spettro di una crisi bancaria dell’Eurozona e soprattutto per stimolare l’erogazione di credito all’economia reale.

Nei suoi bollettini Francoforte ha analizzato l’impatto esercitato nel tempo da questo tipo di interventi, evidenziando come i TLTRO abbiano sempre garantito uno stimolo all’economia reale grazie alla stabilizzazione delle condizioni di finanziamento dal sistema bancario. I TLTRO, insieme ad altre misure introdotte a partire da giugno 2014, si sono dimostrati efficaci nel supportare la concessione di prestiti a privati e imprese: i tassi d’interesse e gli standard richiesti ai debitori sono diminuiti notevolmente subito dopo l’annuncio della prima serie di TLTRO.

Ma c’è anche da dire che l’Eurotower si è vista costretta ad emettere una nuova serie di TLTRO visto il pericolo di una congestione del funding causata dalla scadenza degli esistenti TLTRO II2 che da qui al 2021 avrebbero diminuito notevolmente la liquidità degli istituti di credito, con conseguenze rilevanti sulla stabilità del sistema bancario europeo. A farne le spese sarebbero state soprattutto le banche italiane, che avrebbero dovuto restituire circa 250 miliardi3 presi in prestito grazie ai TLTRO II.

 

importi da restituire tltro2 | amCharts

 

Inoltre, l’economia in rallentamento dell’area euro, la conseguente riduzione delle stime di crescita, la minaccia del protezionismo, la Brexit e le vulnerabilità dei mercati emergenti hanno sicuramente influenzato la decisione di Francoforte. “Meglio muoversi con prudenza, ma muoversi, in una stanza buia, piuttosto che stare fermi”, ha affermato Draghi.

In ogni caso, bisogna precisare che i TLTRO non sono un regalo alle banche, ma una necessità. Servono ad immettere nuova liquidità e soprattutto a scongiurare nuove speculazioni che avrebbero potuto attaccare Paesi come Italia e Spagna (maggiori beneficiari delle manovre passate), con un effetto domino su tutta l’Unione. Ed è per questo che i Paesi membri hanno votato all’unanimità a favore del nuovo TLTRO.

 

GDS BCE | amCharts

 

Cosa succederà ai tassi Euribor e IRS dopo l’annuncio dei TLTRO III?

L’emissione dei TLTRO III riguarderà solo indirettamente i mutui, poiché la liquidità presa in prestito dalle banche non potrà essere destinata ai mutui per la casa, al fine di evitare la creazione di una bolla immobiliare. In ogni caso, i mutui risentiranno positivamente delle condizioni agevolate poste dalla BCE, dal momento che, oltre ad annunciare un nuovo round di aste TLTRO, San Mario Draghi ha anche deciso di lasciare i tassi d’interesse applicati ai finanziamenti invariati almeno fino a metà del 2020. Quindi per l’Euribor, il tasso di riferimento per i mutui variabili, le previsioni rimangono le stesse: la scadenza a tre mesi, la più utilizzata dagli italiani, è rimasta a -0.31, ma anche le scadenze a un mese, sei mesi e 12 mesi rimarranno rispettivamente a quota -0.37, -0.23 e -0.11.

Per quanto riguarda il tasso IRS, il riferimento per i mutui a tasso fisso, dopo l’annuncio dei TLTRO ha raggiunto i minimi di quest’anno. Il tasso a cinque anni si è collocato a 0,08, mentre le scadenze a 10, 15, 20 e 25 anni sono scesi a 0.60, 0.96, 1.14 e 1.20.

 

TLTRO III: un valido aiuto all’economia reale?

Se da una parte i TLTRO risolvono il problema del funding degli istituti, dall’altra mettono ulteriormente alla prova la profittabilità del settore, poiché i tassi d’interessi applicati ai finanziamenti concessi rimarranno a livelli prossimi allo zero. Le banche potrebbero quindi cercare altre fonti di ricavo, ad esempio innalzando le commissioni bancarie.

Nondimeno, molti analisti evidenziano come gli istituti bancari tenderebbero ad utilizzare la maggior parte dei TLTRO per ricomprare i vecchi finanziamenti in scadenza. Così a beneficiarne sarebbe solo il sistema creditizio, che ha attualmente bisogno di liquidità per preservare i suoi requisiti di solidità patrimoniale.

Ma il vero problema non è tanto l’offerta, bensì la domanda: finché la domanda di credito non si riprenderà in maniera significativa, tutti questi sforzi saranno inutili.

 



1 – #ABCfinanza: Draghi per tutti. Le mosse della Bce spiegate con semplicità
2 – Ammontano a 380 miliardi i prestiti che scadono tra poco più di un anno, nel 2020.
3 – I soldi da restituire ammonterebbero a 125 miliardi di euro, poiché la clausola Net stable funding ratio consente alle banche indebitate di ridurre del 50% l’importo da restituire nel 2020 mediante l’emissione di nuovi prestiti obbligazionari, purché tali operazioni siano fatte entro il giugno 2019.

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Ultimi commenti
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    Non capisco un passaggio: ma se c’è poca domanda di credito dall’economia reale come si spiega che comunque sono erogati molti €Bil con TLTRO ? In % del PIL EU quanto incidono ?
    Infine, se i finanziamenti sono “a target”
    come può una banca utilizzarli per ricomprarsi un suo debito in scadenza ?
    Grazie per rispondere.

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      Ciao Luca, grazie per il commento. Questa nuova serie di aste TLTRO è stata si avviata per supportare e spingere l’erogazione di crediti a imprese e privati, ma anche per incrementare la liquidità delle banche (per lo più italiane e spagnole). Se è vero che l’erogazione del finanziamento prevede che gli istituti bancari debbano concedere più prestiti ai privati, è anche vero che non sono obbligati ad utilizzarli tutti in questo modo. La logica è: più presti ai privati più le condizioni, es. tassi d’interesse, saranno accomodanti. Sulla percentuale del pil: difficile dirlo visto che neanche la BCE sa veramente quanto i passati TLTRO abbiano veramente inciso sull’economia reale, si parla infatti di riduzione degli standard creditizi richiesti e di maggiori prestiti concessi, ma non si hanno dati certi sul reale impatto avuto sulla produzione nazionale. L’unica cosa certa è che finora grazie ai Tltro le banche ‘virtuose’, cioè quelle che hanno finanziato maggiormente i privati, sono state premiate con un tasso d’interesse negativo (-0,4 per cento) mentre tutte le altre hanno solo preso a prestito le risorse a tasso zero. Se si cercano dati più specifici sui paesi e sulle singole banche, non è possibile trovare riscontro di quanta parte sia andata direttamente a sostegno dell’economia. Infine, la domanda di credito è lievemente aumentata nell’Eurozona ma non ai livelli pre-crisi -nell’articolo ci si riferiva soprattutto agli Stati considerati a rischio, come l’Italia- ma questo non significa che non si possano adottare delle politiche monetarie volte a stimolarne e supportarne la crescita.

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