Ciurma di risparmiatori, lo giuro sulla Perla Nera, la mia nave: le sirene esistono. Lo dimostra l’ennesimo messaggio che mi è arrivato stamattina navigando in rete:
“Impara i mercati in 10 minuti – Impara a fare trading sul Forex come un professionista”
La “sirena” è una fanciulla angelica dall’occhio azzurro ammiccante, che muove leve contrastanti in un “pirata”. La sirena mi propone il libro “Cavalca i mercati in 10 minuti”, letto il quale, mi si fa capire, avrei la strada spianata per diventare milionario facendo trading su Forex, cioè sui tassi di cambio (il link è questo, ma di siti come questi ce ne sono a bizzeffe).
Soprattutto per chi è reduce di qualche recente bidone propinato dalla propria banca (credo che questa mappa delle insidie e dei bidoni possa esservi utile), l’idea di diventare autonomo e, soprattutto, ricco con il trading online, può sembrare una cosa seria. Sono sicuro che molti di voi hanno la tentazione di provare, incorrendo nell’errore numero 9 della mia Top 10 degli errori finanziari.
A questo pensiero non resisto: devo ricordarvi una manciata di cose.
Come resistere alle sirene del trading online
1. Investire i risparmi è ben diverso dal fare trading online.
Investire significa avere un portafoglio equilibrato, che va bene per le vostre esigenze e i vostri obiettivi personali, lasciandolo lì a lavorare con pazienza, mettendoci mano raramente, senza curarsi troppo dell’inevitabile oscillare dei mercati nel breve termine. Giusto per darvi qualche esempio, su www.adviseonly.com trovate nove soluzioni, basta cliccare Portafogli Express. All’interno del sito Advise Only troverete anche trante buone idee per investire nel lungo termine, assicurarvi una pensione integrativa o semplicemente un reddito accessorio.
Invece, fare trading significa essere sempre lì a cercare di far meglio degli altri in pochi minuti oppure ore, pensando di essere più furbi del mercato mondiale.
2. La maggior parte dei trader perde un sacco di soldi
Questo è un fatto. Ci sono in giro varie studi in merito: si va da un minimo del 70% a un massimo del95% di trader che perdono denaro. Del resto, è ragionevole: il mercato dei cambi è affollatissimo di banche, hedge fund, tesorerie di grandi aziende industriali. La prateria del Forex è il terreno di caccia dell’High Frequency Trading, che non è nemmeno stato scalfito dalla ridicola Tobin Tax. Questi soggetti aspettano solo voi, per impallinarvi. In pochi si prendono tutti i profitti, lasciando democraticamente alla massa le perdite.
3. Le dimensioni contano
Come in molti altri aspetti della vita, del resto. Entrare nel mercato del trading e pensare di diventare ricchi nel giro di un paio di sedute con un account da 50.000 euro è il killer-factor n° 1. Gli operatori professionali, che effettuano trading con successo, eseguono migliaia e migliaia di operazioni in pochissimo tempo, hanno capitali ingenti in grado di assorbire le inevitabili perdite che capitano anche ai migliori trader e investono molto denaro in persone e tecnologie. Per esser chiari: voi, simpatici piccoli teneri trader, siete il loro cibo. Siete plankton per balene, passerotti per aquile.
Gigi Lupini / Marzo 17, 2014
Articolo e parole che non fanno una grinza, ma a me in passato è successo di perdere parecchio anche senza fare trading. Ho il sospetto che i due sistemi di investimento non abbiano rischi così nettamente diversi (purtroppo). Un esempio, azioni Finmeccanica prese quindici anni or sono e vendute qualche tempo fa quando ho capito che nemmeno fra migliaia di anni avrei recuperato l’importo versato.
Gigi
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Gianni / Marzo 17, 2014
Concordo con Gigi, va forse delimitato meglio o chiarito il confine del trading.
Perché se fare trading equivale a fare qualsiasi cosa che non sia Buy&Hold, allora anche l’allocation tattica dei portafogli express di AdviseOnly in una certa misura è trading?!
Un trading diversificato, mensile e non intraday, meno rischioso, ma in una certa misura sempre trading è, visto che aumentate, diminuite e variate il peso ed i componenti azionari.
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Raffaele Zenti / Marzo 18, 2014
Provo a fare alcune distinzioni, assolutamente soggettive, ma penso condivisibili da molti, che spero aiutino a fare chiarezza.
Execution = attività di compravendita, che può essere effettuata
attraverso qualunque intermediario variamente autorizzato, come ad esempio una banca, una SIM, un sito di trading online, ecc. La definiamo a prescindere dallo scopo e dalla freqiuenza, come attività in sé e per sé.
Trading = operatività legata a un’execution molto “fitta” (varie operazioni al giorno, spesso moltissime operazioni al giorno, spesso con chiusura delle posizioni a fine giornata per riaprirle il giorno dopo), con conseguente turnover di portafoglio elevatissimo, per cui il portafoglio gira completamente svariate volte all’anno. Inoltre l’orizzonte delle operazioni effettuate è generalmente breve, spesso pochi minuti o ore, qualche volta giorni (per alcuni operatori professionisti, si tratta anche di frazioni di secondo).
Investire (seguendo un’asset allocation più o meno variabile) = gestione di un portafoglio in base ad obiettivi specifici del risparmiatore, all’aderenza ad un profilo d’investimento, ad un piano finanziario di accumulo, ecc. Ciò comporta ribilanciamenti periodici (variazioni nella composizione del portafoglio o incrementi netti di posizione, es. in un PAC) che quindi includono un’execution, cioè una compravendita, ma di ammontare relativamente limitato (raramente si ha turnover >1-1,5 all’anno, cioè il portafoglio cambia completamemnte pelle ogni 12-18 mesi; spesso i numeri sono inferiori). L’orizzonte temporale inoltre è più lungo e si giuarda al portafoglio nel complesso.
Quindi, è questione di tempo e di volumi di operatività. Non c’è una soglia precisa, direi.
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Jack Sparrow / Marzo 18, 2014
Sui mercati finanziari si può perdere sempre. Resta da vedere quali sono le chances che succeda, caro mio…la storia insegna che chi ha investito a lungo termine in azioni, obbligazioni o un misto dei due, ha generalmente ottenuto buoni risultati. Lo stesso non si può dire del trading (provate).
PS: investire tutto su Finmeccanica è stato un azzardo, però! Un brutto erore: bisogna evitare di mettere tutte le uova in un solo paniere.
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Gigi Lupini / Marzo 19, 2014
Non sono scemo, spiego coda è successo. I miei figli piccoli avevano dei soldi sul libretto di risp.e il papà ha detto loro: “invece di tenerli e non prendere quasi niente, prendiamo azioni. Se aumentano vendiamo e guadagnamo, se fluttuano le lasciamo e prima o poi…Il vostro Buy&Hold insomma. Diventati adulti ho dato i settemilioni di lire e mi son tenuto le azioni pensando “magari potranno usufruirne i nipoti”. Visto che quelli non arrivavano e le azioni non salivano le ho vendute a sei o settecento euro. Ma io sono contento perché in borsa nulla si crea e nulla si distrugge, ho perso io ma qualcun altro ci ha guadagnato…(perdona il pensiero in libertà)
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Gianni / Marzo 17, 2014
Una cosa che non capisco è perché tutte le pubblicità sul trading parlano di sto Forex?
Che mi sembra di capire sia il mercato delle valute.
Cioè non capisco cos’ha sto Forex di speciale?
Se uno vuole proprio fare trading non può farlo su azioni anzi che usare sto Forex?
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Jack Sparrow / Marzo 18, 2014
Il mercato dei cambi (detto anche “FX”, che sta per “Foreign Exchange” o “Forex”), ha che è aperto h 24, poco regolamentato, è relativamente noto (che esistano i cambi… il dollaro, lo yen… lo sa anche mia nonna).
Il trading si fa anche su azioni e commodities, su tassi, su tutto. Per un piccolo investitore i risultati non cambiano molto: il rischio che sia un disastro completo è alto.
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enrico / Luglio 7, 2014
Salve,
complimenti per l’articolo. L’ho apprezzato davvero molto. Con il vostro permesso lascio anche io il mio contributo.
http://www.on-line-trading.it/introduzione.html
Grazie
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