a
a
HomeCAPIRE LA FINANZAFINANZA PERSONALEInvestire in materie prime: istruzioni per l’uso

Investire in materie prime: istruzioni per l’uso

Dal rame al ferro, dal granturco al legno: i prezzi di molte materie prime segnano rialzi percentuali a doppia cifra rispetto all’inizio dell’anno. E diversi osservatori cominciano a domandarsi se ci troviamo alle prese con un nuovo superciclo delle commodities: dopo il lungo rally durato per buona parte del primo decennio di questo secolo e catalizzato dalla rapida industrializzazione nei paesi BRIC, questa volta a mettere le ali alle materie prime potrebbe essere la transizione energetica.

Ma procediamo con ordine: cosa intendiamo esattamente quando parliamo di materie prime – o commodities – e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un investimento in questa classe di attivi?
 

Cosa sono le commodities e quali vantaggi pongono?

Tanto per cominciare, le materie prime sono beni primari, utilizzati anche per produrre beni finali destinati al consumo. Si suddividono in due categorie: Soft e hard commodity.

Tra le soft commodity, derivanti dal settore agricolo e dall’allevamento, troviamo:
• beni agricoli: avena, farina di soia, frumento, mais, olio di soia, soia, cacao, caffè, cotone, legname, tabacco, zucchero.
• carni: bovini, bovini da latte, maiali, pancetta di maiale.

Appartengono invece alla categoria delle hard commodity le materie prime del settore energetico e dei metalli:
• metalli preziosi: oro, platino, argento, palladio;
• metalli industriali: alluminio, cobalto, nickel, rame, zinco, molibdeno, acciaio, stagno;
• energetici: benzina, etanolo, gas naturale, nafta, petrolio, propano;
• energia elettrica.

Una delle caratteristiche distintive di questa asset class è la difficoltà per il produttore di differenziare il proprio prodotto rispetto ai competitor. Infatti, prima che vengano lavorati, il grano, lo zucchero o l’oro hanno le stesse proprietà, indipendentemente da chi se li procura. Ecco perché le materie prime vengono immesse sul mercato con pochissime differenze, con un prezzo che viene per lo più fissato dal mercato.
 

Come si fa ad investire in commodities?

Il mercato delle materie prime si è evoluto nel tempo. La contrattazione era inizialmente fisica e limitata nel tempo. Successivamente, le materie prime sono diventate una vera e propria asset class su cui investire: tra il 2002 ed il 2005 le masse in gestione di questo mercato sono passate da 15 a 150 miliardi di dollari USA. In una prima fase, la crescente “voglia di commodities” del mercato ha dato il via allo sviluppo degli indici sui contratti futures, specialmente per soddisfare le esigenze degli investitori istituzionali.

 

E gli investitori retail?

Ad oggi anche i piccoli investitori possono scommettere su questa classe di attivi grazie all’introduzione di veicoli d’investimento semplici, di gran lunga meno rigidi dei futures, che replicano indici di commodities, come gli etf e gli etc (che approfondiremo in un prossimo post).

 

 

Perché investire in materie prime?

L’investimento in commodity può portare con sé dei vantaggi, ma anche dei rischi. Analizziamo insieme pro e contro.

Vantaggi

Diversificazione
Il principio base della diversificazione, regola aurea per chi opera sui mercati finanziari, è che in un portafoglio gli investimenti non si devono muovere tutti nello stesso modo. Ebbene, se è vero che negli ultimi dieci anni le commodities si sono mosse nella stessa direzione delle altre principali asset class (ad eccezione del dollaro), va evidenziato che i movimenti non sono stati della stessa intensità. Insomma, la correlazione, anche quando positiva, è bassa. Perciò, storicamente, investire in commodities ha aiutato a ridurre la volatilità e il rischio dei portafogli.

• Protezione dall’inflazione
Storicamente le commodities, e in particolare l’oro, hanno anche offerto una buona copertura contro l’aumento dall’inflazione, specialmente all’avverarsi di eventi estremi.

Rischi

Volatilità
Storicamente le materie prime hanno evidenziato una volatilità elevata, quasi equivalente al mercato azionario.

 

Cambia il mezzo, ma gli obblighi sono gli stessi

Dal momento che cambia il mezzo ma non la sostanza – e dunque non gli obblighi di trasparenza e tutela – anche in questi casi l’intermediario deve “acquisire le informazioni necessarie per effettuare la valutazione di appropriatezza/adeguatezza” e mettere a disposizione dell’investitore ogni informazione prevista dalla normativa di settore.

Sulla piattaforma devono essere disponibili e liberamente consultabili, per esempio, le schede relative agli strumenti finanziari negoziabili.

Le verifiche effettuate dall’intermediario devono lasciare traccia – e l’investitore deve averne consapevolezza – tramite apposite schermate visualizzabili prima di poter impartire l’ordine.
 

Quindi che fare?

Per concludere, possiamo dire che le materie prime rappresentano un’asset class a sé stante che offre benefici ma anche svantaggi. Avere un’esposizione alle materie prime nel proprio portafoglio contribuisce a diversificare l’investimento, riducendo il rischio.

Tuttavia, per la maggioranza dei risparmiatori, e a prescindere dall’eventuale imminente avvio di un nuovo “superciclo”, l’esposizione verso questa asset class dovrebbe essere contenuta, tenuto conto del profilo di rischio del portafoglio.

 


 

Scritto da

Con www.adviseonly.com la finanza non è mai stata così semplice. La nostra missione è spiegarvi il mondo degli investimenti in modo chiaro e senza giri di parole, per rendervi investitori più informati e consapevoli.

Nessun commento

lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.