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Investire oltre le truffe: tutte le insidie degli strumenti finanziari

Tutti hanno paura di investire malamente e di essere fregati in modo più o meno grave. Proviamo quindi a classificare col sistema linneano le principali trappole per i risparmiatori. Ricordate: conoscere ed essere informati è la prima arma di difesa: per questo oggi voglio riproporvi la guida super sintetica che stilai tempo fa da quel gran navigatore di mari finanziari che, come sapete, io sono.

Pronti? Via.
 

La nostra guida “anti-bidoni”: le insidie nascoste degli strumenti finanziari

Schemi Ponzi. Su questo blog ne abbiamo parlato di nuovo la settimana scorsa, in occasione della dipartita da questo mondo di Bernie Madoff1. Il manigoldo offre agli investitori altissimi rendimenti, fuori mercato, anche su periodi brevi. Il denaro fresco raccolto serve a pagare gli investitori già presenti, secondo uno schema a piramide.

Titoli-bidone. Semplicemente non esistono. Si tratta di strumenti finanziari (di solito obbligazioni o fondi comuni) che vengono venduti da sedicenti società finanziarie generalmente con sede in posti esotici. Al momento del disinvestimento la realtà viene a galla e ci si accorge che è tutto fumo.

Operazioni-bidone. Questa volta i titoli possono anche esistere, ma il fasullo consulente finanziario (di solito qualcuno che in passato ha esercitato ma è stato espulso dalla rete e radiato dall’albo) o il finto funzionario bancario si fa consegnare contanti e assegni per comprare gli strumenti finanziari per poi scappare con il malloppo senza mai eseguire le operazioni.

Obbligazioni bancarie semplici o “plain vanilla”. Hanno rendimenti che possono sembrar buoni ma sono fuori mercato, a causa degli “oneri impliciti”, cioè i soldi che s’intasca la banca venditrice delle obbligazioni. Di solito poi sono patologicamente illiquide: quindi, una volta comprate, uno se le deve tenere fino alla scadenza.

Obbligazioni bancarie strutturate. Hanno i medesimi problemi delle obbligazioni bancarie semplici, ma più gravi. Questi strumenti sono regolati da meccanismi complessi che si prestano a nascondere bene costi di taglia XXL al loro interno. Non fatevi ingannare dal “quid” aggiuntivo che vi promettono a fronte della complessità dello strumento: di solito le probabilità che si materializzi sono ridotte all’osso.

Certificati strutturati. Possono essere buoni strumenti, ma quando sono iper-complessi e illiquidi, vale quanto detto per le obbligazioni strutturate.

Fondi comuni, SICAV e altri OICR. Per loro natura, sono tra i migliori strumenti che un risparmiatore possa tenere in portafoglio e offrono il massimo della tutela. Nel mare magnum di questa categoria, però, è possibile incappare in costi (rivelati dall’indicatore sintetico di costo) annui pari al 5% e più! Non proprio il massimo della convenienza.
 

 
Fondi immobiliari. Il valore del fondo non è determinato dal mercato, come per i fondi comuni, ma da perizie, e include anche costi correnti relativi alla gestione degli immobili, affitti da riscuotere e tanti altri elementi non facilmente controllabili dal risparmiatore. Il fondo immobiliare è tipicamente chiuso e non si può chiedere il riscatto delle quote, ma occorre la liquidazione. Quindi è roba super-illiquida.

Polizze unit-linked e similari. Nella confusione che emerge mischiando una o più polizze e un prodotto finanziario, spesso strutturato, è facilissimo nascondere costi pazzeschi. Tipo: su 100 euro investiti pronti via 10-12 volano via per i “caricamenti” che remunerano la struttura di vendita. Poi ci sono le commissioni di gestione annue e, come se non bastasse, frequentissime anche le penali in caso d’uscita anticipata. Quanto detto per obbligazioni e certificati strutturati vale anche per queste polizze, che sono (se possibile) mediamente peggio.

Trading online a leva esplosiva. Si può fare trading con leva 100, 200, anche 400. Questo significa che i vostri profitti e, più probabilmente, le vostre perdite viaggiano 100, 200 o 400 volte più veloci del mercato. In pratica avete in mano un potente vaporizzatore di soldi. Oltre il 90% dei trader online, infatti, chiude i propri conti entro nove mesi e non ritorna ancora a negoziare: secondo voi perché? Gli unici che ci guadagnano veramente con il trading online sono i negoziatori (banche e broker online) e quelli che vendono corsi e seminari con tecniche di trading “infallibili”.

Mirroring cieco di portafoglio. Attenzione ai siti di trading che effettuano il mirroring cieco di portafoglio: in pratica voi date a un tizio, che magari non è neanche abilitato alla gestione, la delega a compiere per vostro conto operazioni sul vostro portafoglio, tipicamente di trading veloce o scalping. Peggio che andar di notte.

Insomma, di trappole piccole, medie o grandi è pieno il mercato. Sapere dove possono annidarsi può aiutare a schivarle.

Che non è poco.

 



1. Madoff se ne va ma il rischio truffe resta: come evitarle?

 

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