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Patrimoniale, che cos’è e come prepararsi

Poiché ciclicamente si torna a parlare di patrimoniale e di imposte di successione e donazione, riproponiamo qui di seguito un post scritto dalla nostra Maria Paulucci per questo blog il 17 dicembre 2020. Al di là di alcuni aspetti di dettaglio, ci sembra ancora molto valido per fare un po’ il punto della situazione in vista dell’autunno.

Una nota per noi sempre molto importante: questo post fu all’epoca realizzato con il contributo di esperti e ha un carattere generico e informativo. Per ulteriori informazioni e domande su esigenze specifiche, consigliamo sempre ai nostri lettori e lettrici di rivolgersi a un professionista del settore.

Buona lettura!

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Cos’è la patrimoniale, quanto deve preoccuparci e, soprattutto, cosa possiamo fare per farci trovare preparati? Cominciamo col dire che “patrimoniale” non è un nome proprio (tipo IVA o IRPEF), ma un nome comune che indica un tipo di imposta. Nello specifico, un’imposta sul patrimonio. Siccome gli italiani sono scarsi in fatto di debito pubblico ma vanno alla grande nel risparmio e nella ricchezza privata, sia mobile sia immobile, aumentare le entrate dello Stato tassando i patrimoni personali, familiari e aziendali è tradizionalmente un colpo sicuro.

Ogni volta che si pronuncia la parola “patrimoniale”, nei più “agé” scatta un riflesso condizionato che li porta a mettere mano alla fondina: perché ricordano con rabbia quanto avvenne nel 1992, quando l’incubo di un imminente crack finanziario indusse il governo Amato a varare, di notte, un prelievo straordinario del 6 per mille sull’ammontare dei depositi bancari e postali, dei conti correnti e dei libretti, oltre all’Imposta Straordinaria sugli Immobili (ISI) che poi sarebbe diventata ICI (Imposta Comunale sugli Immobili).

L’ICI è un esempio emblematico – ma nel suo genere non unico – di come da noi le imposte straordinarie varate per far fronte a circostanze del tutto eccezionali abbiano la tendenza a trasformarsi, col tempo, in imposte assolutamente ordinarie2.

Restando nel campo immobiliare, infatti, un’imposta esiste e si paga ancora oggi: è l’IMU, l’Imposta Municipale Unica, attualmente corrisposta dai possessori di immobili, aree fabbricabili e terreni, escluse le abitazioni principali non di lusso.

 

Cosa colpisce l’imposta patrimoniale?

Ma la patrimoniale non è solo prelievo forzoso sulla liquidità o imposta sugli immobili di proprietà. Patrimoniale è ogni imposta che va a colpire il patrimonio, sia esso mobiliare (quindi conti correnti, titoli di Stato, azioni, bond, fondi comuni d’investimento, gestioni patrimoniali, conti deposito, ETF, ETC e quant’altro) o immobiliare (case, negozi, magazzini, capannoni e via dicendo).

Destinatarie della patrimoniale possono essere tanto le cosiddette “persone fisiche” (privati cittadini, famiglie) quanto le persone giuridiche (aziende, società). La patrimoniale può essere fissa o variabile: quando è fissa, tutti versano la medesima cifra; quando invece è variabile, si applica in modo diverso a seconda dell’entità del patrimonio.

In linea di principio, l’imposta patrimoniale può essere straordinaria o periodica: come abbiamo accennato prima, però, capita spesso che nasca straordinaria e in seguito diventi, per l’appunto, periodica.

Mettendo un momento da parte le persone giuridiche e rimandando al prossimo paragrafo l’ipotesi di cui in queste settimane si è molto parlato, attualmente in Italia le persone fisiche – cioè noi comuni cittadini e famiglie – pagano imposte patrimoniali su:

  • liquidità: imposta di bollo sui conti correnti e i libretti di risparmio;
  • investimenti finanziari: imposta di bollo sul deposito titoli, tassazione dei redditi di capitale e dei redditi diversi (anche se in questo secondo caso parliamo, per l’appunto, di redditi e non di ricchezza)3, transazioni finanziarie;
  • immobili: dell’IMU abbiamo già detto;
  • trasferimento della ricchezza: donazione e successione4.

Solo per citarne alcune (l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre ne ha contate una quindicina). Una patrimoniale, se vogliamo, è anche il bollo auto, un tributo regionale che paghiamo annualmente per il solo fatto di possedere un veicolo assicurato. O anche il canone radio-televisivo, per dire.

 

 

Perché si è parlato di nuovo di “patrimoniale”?

Perché i deputati Nicola Fratoianni (LeU) e Matteo Orfini (PD) avevano proposto una modifica (in gergo, emendamento) alla Legge di Bilancio 2021, volta a sostituire alcune imposte attualmente in essere con un prelievo progressivo sui patrimoni più corposi, con un’aliquota minima dello 0,2%.

Si sarebbe dovuti partire, secondo questa proposta, da una base imponibile costituita da una ricchezza netta di almeno 500 mila euro5. Ma dopo aver ricevuto il parere negativo del governo, il testo della proposta di modifica è stato ritirato.

Siccome però di patrimoniale si torna ciclicamente a parlare, un vademecum sull’argomento può sempre tornare utile.

 

Cosa fare per “difendersi” dalle patrimoniali?

Non vale il vecchio adagio “porto i soldi all’estero”: viviamo in un’epoca in cui le autorità fiscali dei vari Paesi stanno duramente lavorando per la trasparenza – e per stanare i contribuenti “furbetti”. Per dirne una: in Italia, chi detiene un conto all’estero deve segnalarlo all’Agenzia delle Entrate tramite apposito modulo RW in dichiarazione dei redditi; se invece ha investito in strumenti esteri, ha comunque l’intermediario italiano a fargli da sostituto d’imposta.

Siccome al fisco non si sfugge – né è consigliabile farlo – l’unica strada è quella di una saggia e corretta pianificazione patrimoniale che tenga conto anche degli aspetti fiscali. Chi possiede un patrimonio consistente o molto consistente può parlarne col suo private banker o wealth manager di fiducia.

Chi invece ha un patrimonio più modesto può rivolgersi a un consulente che, se è bravo come dice, sa tenere conto anche dei balzelli fiscali, nel pieno interesse del proprio cliente.

 



1 – Recovery Fund, si parte: quali sono le prossime tappe?
2 – Un altro esempio è quello dell’imposta straordinaria per la ricostruzione del 1947, che negli anni Sessanta si tramutò in INVIM, Imposta sull’Incremento di Valore degli Immobili. Potete trovare un’interessante carrellata storica nell’approfondimento dell’agenzia di stampa AGI, Tutto quello che c’è da sapere sulla patrimoniale
3 – La tassazione degli investimenti finanziari
4 – Successione, come fare e a chi rivolgersi
5 – Ricchezza netta data dalla somma delle attività mobiliari e immobiliari al netto delle passività finanziarie, per le attività detenute o possedute sia in Italia che all’estero.

 

Scritto da

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

Ultimi commenti
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    Credo che una eventuale imposta del genere descritto risparmierà per forza di cose le imprese. Il prelievo Amato sui conti colpì anche le imprese? Cosa ne pensa?

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    Che poi quale sarebbe il significato di fornire ulteriori soldi e fondi quando non si è in grado di spendere nemmeno quelli che sono già disponibili nei fondi europei?
    Basta guardare le statistiche dei fondi disponibili e di quelli spesi per rendersi conto che il problema non sono i fondi…

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    sarebbe una manovra impopolare soprattutto perché poi questi soldi vengono spesi malissimo. Verrebbero impiegati per erogare sussidi elettorali.
    Fermo restando che in Italia, chi ha davvero i soldi li ha già portati lontano dove, magari, ha anche trasferito la residenza. In quel caso il fisco può fare ben poco…

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