I fatti salienti della settimana
A tutti i costi. Evergrande non è l’unica spina nel fianco del governo centrale cinese. C’è in corso anche una seria crisi energetica. E non solo in Cina. Pechino ha ordinato alle principali compagnie energetiche statali del Paese di assicurarsi a tutti i costi le forniture per questo inverno, cosa che si presume acuirà la crisi nel Vecchio Continente, attualmente a corto di gas1.
Bandiera bianca. Intanto altre tre compagnie energetiche del Regno Unito sono state costrette a mollare il business per via dei prezzi del gas naturale arrivati alle stelle. Ciò mette altra pressione sul governo, già in difficoltà per via della carenza di benzina, autisti e camionisti dovuta alla Brexit. Cosa che, letalmente combinata, ha già iniziato a mandare in tilt la catena di approvvigionamento delle merci in tutto il Paese.
Le tre società britanniche – Igloo Energy Supply, Enstroga e Symbio Energy – servivano un totale di circa 233.000 famiglie, ora scoperte: e adesso sono oltre 1,7 milioni i clienti rimasti senza fornitore. Un intervento del governo appare sempre più necessario.
Autunno caro. Per colpa dell’aumento dei prezzi delle materie prime, in Italia a partire da oggi le bollette della luce salgono di quasi il 30%, e quelle del gas di oltre il 14%. Questo malgrado lo stanziamento da 3,5 miliardi di euro predisposto dal governo per limitare i rincari.
Secondo l’agenzia di stampa Reuters, l’incremento dei costi dell’energia sarà discusso al prossimo Consiglio Ue, il 21 e 22 ottobre.
Parola chiave: temporaneo. Ora la paura è che il rialzo talvolta impetuoso dei prezzi delle materie prime dovuto alla scarsità dell’offerta provochi una fiammata dell’inflazione, con conseguente riconversione delle banche centrali a politiche monetarie più rigide.
Ma dalle banche centrali la parola d’ordine è “temporaneo”. Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell e i suoi omologhi presso la Banca centrale europea, la Banca del Giappone e la Banca d’Inghilterra hanno infatti espresso cauto ottimismo sul fatto che le interruzioni della catena di approvvigionamento che stanno supportando il rialzo dei tassi d’inflazione in tutto il mondo si riveleranno alla fine temporanee.
Al Forum delle banche centrali, poi, la presidente della Bce Christine Lagarde ha ribadito che “abbiamo ancora bisogno di un orientamento accomodante della politica monetaria per uscire dalla pandemia” e per “riportare l’inflazione in modo sostenibile al 2%”.
Via libera alla Nadef. In Italia, il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e Finanza che ogni anno vede la luce ad aprile. Ritoccata al rialzo la previsione annuale di aumento del Pil: +6% dal +4,5% ipotizzato ad aprile. “Il quadro economico è di gran lunga migliore di quel che pensavamo”, ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi.
A proposito di numeri. Raggiunto negli States un accordo per evitare il cosiddetto “government shutdown”, ovvero il blocco delle attività amministrative che scatta quando il Congresso non riesce ad approvare la legge di bilancio. Ma al momento, all’interno dell’area Dem, persistono profonde divisioni tra moderati e liberal sull’imponente piano di spesa per le infrastrutture.
Germania al voto. Il socialdemocratico Olaf Scholz ha superato i conservatori del cancelliere uscente Angela Merkel in un’elezione che, in Germania, ha segnato la conclusione dei 16 anni dell’era Merkel.
Dopo un primo momento di incertezza, che lasciava presagire mesi di negoziati per la formazione del nuovo governo, il candidato della Cdu Armin Laschet si è congratulato con Scholz per la vittoria, e questo passaggio ha di fatto aperto la strada a un governo con Spd, Verdi e i liberal-democratici della Fdp2.
Come si sono mossi i mercati questa settimana
Un mese difficile. Giornata difficile per i mercati quella di martedì 28 settembre: gli operatori hanno faticato a digerire le notizie sulle interruzioni delle catene di approvvigionamento, l’aumento dei rendimenti del Treasury e l’approssimarsi degli Stati Uniti al famigerato government shutdown (poi scongiurato).
Negli Stati Uniti il Nasdaq ha registrato un -2,8% e il Dow Jones un -1,6%, i numeri peggiori da maggio. La Borsa di Milano ha chiuso con un -2%. Ma i benchmark statunitensi sono scesi anche dopo l’approvazione alla Camera del testo legislativo che ha evitato il government shutdown: pesano le divisioni Dem sul piano infrastrutturale.
E insomma: settembre si è rivelato il peggior mese da inizio anno. Settori ciclici come quello industriale e il finanziario sono stati tra i peggiori performer. In grande difficoltà anche il mercato dell’auto per via della crisi dei semiconduttori.
Petrolio in rialzo. Il Brent ha superato gli 80 dollari al barile (per poi ripiegare) in scia ai segnali di una domanda che va più veloce dell’offerta. Il che, naturalmente, comporta un’inevitabile erosione delle scorte, in un contesto di crisi energetica globale abbastanza seria come quello sopra descritto.
Fronte valutario. Sul mercato dei cambi, il dollaro venerdì mattina consolidava la sua posizione sotto quota 1,16 per un euro. Novità anche dal versante cripto: dopo che la People’s Bank of China ha detto che tutte le transazioni legate alle criptovalute saranno considerate attività finanziarie illecite, due delle maggiori piazze di scambio di Bitcoin al mondo, Huobi e Binance, non consentono più agli operatori di utilizzare i numeri di cellulare della Cina continentale per registrare nuovi account.
Indici azionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Azioni Italia | -0.94% | -1.93% |
Azioni Europa | -1.58% | -3.48% |
Azioni Usa | -3.42% | -4.82% |
Azioni Cina | 0.61% | -5.91% |
Indici obbligazionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Bond governativi eurozona | -0.33% | -1.75% |
Bond governativi usa | -0.59% | -1.80% |
Bond corporate usa | -0.91% | -1.12% |
Spread Btp-Bund | 103 punti | 2,09% |
Materie prime | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Oro | 1753.805 (0.36%) | -2.98% |
Petrolio Wti | 75.04 (-0.25%) | -1.77% |
Valute | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Cambio Eur/Usd | 1.1589 (-0.85%) | -2.05% |
Cambio Eur/Gbp | 0.8553 (0.19%) | -0.51% |
Indici di mercato. Dati aggiornati ore 16.30 dello 01/10/21
I market movers della prossima settimana
Lunedì 4 ottobre sarà il giorno della riunione dell’Eurogruppo e del meeting Opec+. Martedì 5 nel Regno Unito si conosceranno i dati aggiornati sull’indice Pmi composito e sull’indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi.
Dagli Stati Uniti arriveranno novità sull’indice ISM non manifatturiero. Ma nuove indicazioni sui direttori degli acquisti giungeranno anche dall’Europa, dalla Cina e dal Giappone: per esempio, martedì verrà reso noto il dato dell’indice dei servizi italiano.
Dal Giappone arriveranno anche gli aggiornamenti sui prezzi al consumo e sui consumi delle famiglie. Giovedì 7 ottobre focus sulla produzione industriale tedesca. Attenzione infine, in settimana, agli aggiornamenti sul mercato del lavoro Usa.
1. La crisi energetica ci riguarda da vicino
2. La Germania ha votato: cosa cambia per i mercati?