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BollettinoAO | Volano le commodities, “whatever it takes” della Fed sull’inflazione

I fatti salienti della settimana

Crisi umanitaria. L’Ue ha raggiunto un accordo sulla “protezione temporanea” dei profughi, inclusi i non ucraini. L’Oms si dice invece preoccupata per il calo dei test Covid nel Paese (l’adesione alla campagna vaccinale è stata bassa) e teme un contagio sommerso. Le delegazioni di Russia e Ucraina hanno intanto concordato di tenere un terzo incontro all’inizio della prossima settimana. 

Terrore nucleare. Nelle prime ore di venerdì, la Russia ha bombardato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sud-est dell’Ucraina. Subito dopo l’attacco è divampato un incendio, che non ha però riguardato strutture essenziali né i reattori, ma solo edifici secondari.

Onu al voto. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato a larga maggioranza una risoluzione che condanna l’invasione russa dell’Ucraina. La Cina – che pare fosse da tempo a conoscenza delle intenzioni russe – si è astenuta.

Nonostante molti Paesi si siano schierati contro la Russia, infatti, alcuni appoggiano il leader del Cremlino: dalla Bielorussia, una sorta di Stato satellite che sta fornendo supporto logistico, a Iran, Siria, Venezuela e Cuba, passando per un colosso come la Cina, storicamente vicina a Mosca soprattutto in chiave anti-Usa.

Tra sanzioni e shopping. I governi Ue hanno bandito sette banche russe dal sistema dei pagamenti internazionali Swift: tra queste non ci sono Sberbank né Gazprombank, “per non compromettere la possibilità di comprare gas dalla Russia”, ha spiegato la Commissione Ue.

Il vicolo cieco dell’energia. Secondo i calcoli del think thank Bruegel, il 3 marzo la Russia ha venduto all’Europa 660 milioni di euro di gas e 350 milioni di euro di petrolio. Cifre che, per effetto dei rincari delle materie prime (anche) energetiche, sembrano destinate a salire ancora. E che vanno a finanziare la guerra di Mosca all’Ucraina.

Ma i big boicottano. Visa e Mastercard hanno reso efficace il blocco delle istituzioni finanziarie russe dai loro circuiti. Intanto, Apple ha reso indisponibili per l’acquisto in Russia tutti i suoi prodotti, mentre Meta, TikTok e YouTube hanno bloccato i canali dei media russi Sputnik e Russia Today in Ue e nel Regno Unito.

Patto di Stabilità sospeso. L’Ue ha deciso di sospendere per il 2023 la norma del Patto di Stabilità che punisce chi sfora i parametri del debito pubblico.

 

 

Stavolta la Svizzera non si astiene. Congelati i beni posseduti nel Paese dagli oligarchi russi: così la Svizzera ha rinunciato alla sua proverbiale neutralità. Anche l’Ue ha congelato i beni dei principali oligarchi alleati di Putin.

Tassi russi al 20%. Gli Stati Uniti hanno annunciato il divieto delle transazioni con la Banca centrale russa, che ha risposto portando i tassi di interesse dal 9,5% al 20%.

Mosca declassata. Per la prima volta dal 1998, la Russia non ha pagato agli investitori esteri le cedole su due suoi titoli di Stato. Le agenzie di rating Fitch e Moody’s l’hanno declassata nella categoria dei Paesi che rischiano di non poter rimborsare il debito.

Cosa farà la Fed? Marzo è iniziato e, alla luce del nuovo scenario internazionale, molti si sono chiesti quanto la banca centrale statunitense sia ora pronta a procedere con il rialzo dei tassi annunciato a gennaio. Il presidente della Fed Jerome Powell sostiene che l’impatto della guerra in Ucraina sull’economia americana sia “altamente incerto” e si è detto incline a sostenere un aumento dei tassi d’interesse di un quarto di punto in marzo.

Inflazione in ascesa. D’altra parte, l’inflazione va su. Nell’Eurozona ha segnato nuovi massimi nel mese di febbraio, con un +5,8% su base annua dal +5,1% precedente. La presidente della Bce Christine Lagarde ha espresso preoccupazione per un aumento dei prezzi più prolungato del previsto.

E in Italia? L’Istat ha certificato una crescita finale del Pil italiano del 6,6% nel 2021, a fronte di un calo del debito pubblico dal 155,3% al 150,4% del Pil. Secondo le stime preliminari, l’inflazione a febbraio è salita del 5,7% su base annuale, livello record dal 1995.

Intanto a gennaio l’Istat ha rilevato che gli occupati erano 22 milioni e 827mila, in linea rispetto a dicembre 2021, ma in aumento di 729mila unità su gennaio 2021. Nello stesso mese la disoccupazione nell’Eurozona è scesa al 6,8%.

Aumenta la produzione di petrolio. L’Opec+ ha deciso di confermare la propria strategia di aumento graduale della produzione di petrolio, con un incremento delle vendite di 400.000 barili ad aprile.

 

Come si sono mossi i mercati

Altissima tensione. Settimana ad alta tensione sui mercati finanziari, con l’escalation in Ucraina che ha spinto alle stelle i prezzi delle materie prime e gli investitori che hanno virato con decisione verso una riduzione del rischio in portafoglio.

Nella seduta di venerdì poi, i crolli sono ancora più accentuati, complici le parole del presidente della Fed Jerome Powell e l’incendio scoppiato in un impianto nucleare in Ucraina.

Il mercato azionario russo è rimasto chiuso alle negoziazioni per il quinto giorno consecutivo – segnando un record nella storia moderna del Paese – nel tentativo di scongiurare l’impatto delle sanzioni occidentiali sugli investitori nazionali.

Boom materie prime. L’indice Bloomberg Commodity Spot è salito di oltre il 9% questa settimana, con un balzo dei prezzi dal greggio (il Wti ha toccato il massimo dal 2008 a 116,57 dollari al barile) al gas (che nel benchmark olandese ha sfiorato i 200 euro) fino all’alluminio e al grano. Tutto questo alimenta le preoccupazioni per un nuovo rallentamento economico.

Euro giù, spread su. La prospettiva di un continuo rialzo dei prezzi delle materie prime pesa anche sull’euro, che ha rivisto i livelli del maggio 2020. Spread BTP-Bund sui 163 punti base.

 

Indici azionari Performance settimanale Performance da inizio mese
Azioni Italia -7.27% -10.15%
Azioni Europa -3.51% -5.06%
Azioni Usa -0.57% -3.04%
Azioni Cina -1.37% -7.30%
Indici obbligazionari Performance settimanale Performance da inizio mese
Bond governativi eurozona 2.04% 1.79%
Bond governativi usa 1.32% 0.64%
Bond corporate usa 0.59% -1.22%
Spread Btp-Bund 163.1 punti 3.67%
Materie prime Performance settimanale Performance da inizio mese
Oro 57.36 eur/gr (2.57%) 10.72%
Petrolio Wti 113.11 (16.91%) -1.77%
Valute Performance settimanale Performance da inizio mese
Cambio Eur/Usd 1.0905 (-2.74%) -4.69%
Cambio Eur/Gbp 0.8255 (-1.23%) -2.40%

Indici di mercato. Dati aggiornati ore 16.30 del 04/03/22.

 

I market movers della prossima settimana

La settimana prossima non sarà particolarmente densa di dati macro. Il momento più importante sarà giovedì, quando la Banca centrale europea comunicherà le decisioni di politica monetaria e i leader dell’Ue si riuniranno in un summit che proseguirà anche nella giornata di venerdì.

Sempre giovedì occhio anche ai dati sui prezzi al consumo a febbraio negli Usa, un dato guardato con particolare attenzione dai mercati per capire le possibili mosse della Fed.

Mercoledì escono il Pil giapponese (quarto trimestre) e le scorte di petrolio greggio negli Usa, mentre venerdì da monitorare il Pil di febbraio nel Regno Unito. Naturalmente, antenne sintonizzate sulle trattative Russia-Ucraina.

 


 

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