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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATORiassunto mensile di agosto: tempesta estiva sui mercati, crisi energetica e inflazione protagoniste

Riassunto mensile di agosto: tempesta estiva sui mercati, crisi energetica e inflazione protagoniste

L’illusione di luglio ha lasciato il posto alla tempesta d’agosto sui mercati internazionali. L’inflazione che non si placa ha spinto la Fed, la banca centrale americana, a virare verso una retorica da falco sui tassi d’interesse. E questo non è piaciuto al mercato, soprattutto quello azionario, con i listini americani che sono tornati ad avvitarsi, seguiti da quelli europei.

Proprio in Europa ha continuato a tenere banco la preoccupazione energetica, con i prezzi del gas alle stelle e i commercianti che, in Italia, hanno avviato una forma di protesta esponendo le loro bollette energetiche astronomiche in vetrina. Le tensioni in Occidente fanno il gioco della Russia, che nel frattempo ha stoppato ancora le forniture dal gasdotto Nord Stream 1 dal 31 agosto fino al 2 di settembre, ufficialmente per “motivi di manutenzione”. I vertici dell’Unione europea, nel frattempo, stanno provando a fare qualcosa di concertato per raffreddare il prezzo dell’energia e si troveranno per discuterne il prossimo 9 settembre a Bruxelles.

Rispetto all’Occidente, in flessione più contenuta i mercati asiatici, con i listini cinesi che prolungano comunque il loro periodo negativo e la nota positiva del Nikkei giapponese.

 

I fatti salienti del mese di agosto

Tra i protagonisti principali del mese, ancora una volta, ci sono state le banche centrali. Ad agosto l’appuntamento principale era il simposio di Jackson Hole, negli Usa, e in particolare si attendeva il discorso di Jerome Powell, il presidente della Federal Reserve. Quest’ultimo, in un intervento di 10 minuti, ha ribadito l’intenzione della banca centrale americana di proseguire su un percorso di forte rialzo dei tassi d’interesse, con l’obiettivo di abbassare la crescita dei prezzi, anche a costo di causare una recessione.

Questo, ovviamente, non è piaciuto ai mercati, che avevano subodorato la possibilità di una pausa dopo l’ultimo rialzo di luglio della Fed, quando Powell ha detto che avrebbe valutato se rallentare l’entità dei rialzi successivi in base ai dati in arrivo.

Sullo stesso percorso è la Banca centrale europea, che si prepara a un forte rialzo (si presume di mezzo punto) ai tassi nella sua riunione di settembre. La tesi prende forza dopo le dichiarazioni di alcuni membri del board, ma anche dopo i dati dell’inflazione dell’Eurozona che ad agosto si sono attestati al livello record del 9,1%.

Sullo sfondo, continua intanto la guerra tra Ucraina e Russia. Con le truppe di Kiev che stanno tentando in questi giorni una controffensiva su Kherson, anche se ormai da un paio di mesi il conflitto vive una fase di sostanziale stallo. Rimangono comunque forti le tensioni sul mercato energetico, con il nuovo stop al gasdotto Nord Stream 1 e la corsa agli stoccaggi dei vari Paesi europei (Germania e Italia hanno superato l’80% e si dirigono a centrare gli obiettivi). Si parla però anche di razionamenti energetici, una prospettiva deleteria per l’economia continentale.

Sta di fatto che i prezzi hanno raggiunto livelli folli, con il picco della quotazione del gas a 346 euro al megawattora raggiunto il 26 agosto prima di un ritracciamento sotto i 300 euro. Anche per questo i vertici europei si stanno muovendo e, come anticipato, ci sarà un incontro a Bruxelles a settembre dove si parlerà di applicare un tetto al prezzo del gas europeo, ma anche di disaccoppiare i prezzi del gas da quelli dell’energia elettrica da fonti rinnovabili (che è molto meno costoso al momento rispetto a quello del metano).

Il clima di incertezza, con l’economia che rischia di scivolare in recessione, ha infiammato la speculazione ribassista sui titoli obbligazionari europei, che infatti stanno ampliando sempre di più i loro rendimenti.

Come se non bastasse, anche in Cina la situazione è incandescente sul fronte Taiwan. La visita  sull’isola della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, ha mandato su tutte le furie il governo cinese, che ha risposto con cinque giorni di esercitazioni militari. Una sorta di monito agli Stati Uniti, che invece da sempre difendono l’indipendenza di Taipei pur riconoscendo la tesi “dell’unica Cina”.

 

 

Come si sono mossi i mercati

In Europa, i listini hanno di nuovo virato al ribasso esaurendo l’effimero rally di luglio e della prima parte di agosto. Il Ftse Mib in Italia ha chiuso il mese a sotto i 22.000 punti (-3,50% da inizio mese), il Dax tedesco ha perso anche di più (-4,6%). In linea con il Cac 40 francese, che scende del 4,5%.

Negli Usa L’S&P 500 è sceso del 3,5%. Va però meglio del Nasdaq, l’indice che raccoglie i titoli tecnologici, che ha visto una brusca correzione del 4,6% della sua capitalizzazione.

In Asia, il Ftse China A 50 ha visto una perdita dell’1,07%. Più o meno in linea l’Hang Seng a Hong Kong (-1%). In Giappone, il Nikkei va in controtendenza rispetto a tutti e chiude in rialzo dell’1,04%.

Sul fronte obbligazionario, il rendimento del bond decennale USA è salito nel corso del mese fino a toccare quota 3,14% (dal 2,59%). In Europa, lo spread BTP/Bund è salito fino a 233 punti base. Ma sono saliti tutti rendimenti dell’Eurozona: il Bund tedesco a 10 anni rende l’1,54%, il Btp italiano il 3,88% e l’Oat francese il 2,15%.

Per quanto riguarda le commodity, l’oro scende 1713 dollari l’oncia. Il gas naturale europeo, invece, è salito corposamente nel corso del mese e ora viene scambiato a 265 euro al megawatt/ora. Il petrolio cala a 96 dollari (da 99) al barile per il Brent. Poco più sotto, invece, il Wti a quota 89 (da 93 dollari).

Sul fronte valute, il cambio euro-dollaro è sulla parità.

 

Eventi da tenere d’occhio nel mese di settembre

A settembre da tenere d’occhio il prossimo meeting della Bce, che si terrà a Francoforte l’8 settembre. Un giorno prima dell’importantissima riunione tra i ministri dell’Energia europei a Bruxelles.  Entrambi gli appuntamenti potranno dire molto in termini di risposte per i cittadini europei, preoccupati da inflazione, possibile recessione e caro bollette.

La Fed, in America, invece si riunirà il prossimo 21-22 settembre (anche questo evento molto atteso, mentre c’è già chi parla di rialzo Jumbo).

L’attenzione rimane alta sugli accadimenti in Ucraina, una situazione in evidente fase di stallo che però vede aumentare il fronte di chi chiede di aprire un negoziato con la Russia tra le fila dei Paesi Occidentali.

Infine, appuntamento molto importante soprattutto per l’Italia, il 25 settembre si terranno le elezioni politiche, dal cui esito uscirà il Parlamento e il governo che governeranno il Paese nei prossimi anni. Un evento che seguiranno con attenzione anche in Europa.

 


 

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