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Se guadagno è merito mio, se perdo colpa tua: Adamo, Eva e la finanza

Tutti sanno cosa combinarono Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. E forse è proprio per questo motivo che Eva è apostrofata, ancora ai giorni nostri, con un epiteto non certo lusinghiero. Ma pochi sanno che esiste anche il principio di Adamo ed Eva anche in finanza. Ma procediamo per gradi e vediamo a chi attribuiamo successi e insuccessi di Borsa.

Il self attribution bias per i successi

Tra le varie distorsioni cognitive di cui sono vittima gli investitori, esiste il self attribution bias, ossia la tendenza ad attribuire a loro stessi il merito di scelte finanziariamente azzeccate. Decisa infatti una strategia di investimento, se il risultato è positivo, l’investitore si attribuisce tutto il merito, manifestando una certa cecità rispetto alle condizioni che hanno permesso di ottenere un profitto.

Così facendo, però, commettono almeno un paio di errori: il primo è quello di considerare solamente il risultato di un investimento e limitarsi solo a quello. In realtà si dovrebbe definire la strategia (per intenderci, il percorso da seguire), e alla fine valutare il risultato sulla base della strategia definita. Come dire: è il percorso (la strategia) quello che conta, non solo la meta (il risultato).

Secondo errore: nel momento in cui ci attribuiamo dei meriti che in realtà non sono nostri, rischiamo di cadere in un’altra trappola, quella dell’illusione del controllo. Crediamo, cioè, di poter controllare il mercato e di poterlo “plasmare a nostra immagine”. Ma non è così! Il fatto di aver guadagnato, magari anche tanto, non è significativo delle nostre abilità di trader. E soprattutto, non vuol dire che siamo in grado di controllare il mercato: solo in pochi lo possono realmente influenzare, per cui, o sei Warren Buffett, o altrimenti devi sperare di trovare l’onda giusta da cavalcare. L’illusione del controllo, pertanto, è un’altra invenzione del nostro cervello.

Il principio di Adamo ed Eva applicato agli insuccessi

Vediamo ora cosa accade quando l’investimento non è proprio azzeccato e conduce a una perdita di denaro. La tendenza, e la forte tentazione, sono quelle di accusare altri del misero risultato. C’è sempre una “speculazione” da incolpare o “i poteri forti” che remano contro. È sempre colpa del petrolio, di Frau Merkel o del dollaro: non è mai colpa dell’investitore (ossia nostra, che abbiamo deciso di fare un certo investimento).

Ed eccoci tornati al famoso principio di Adamo ed Eva. Così come Adamo incolpò Eva, che a sua volta incolpò il serpente, così chi perde denaro in borsa troverà sempre qualcuno cui dare la colpa del suo insuccesso. Senza guardare né alle proprie responsabilità né ai propri errori. Anche in questo caso, ci si sente meglio se non ci prendiamo la responsabilità di un errore. E anche in questo caso il nostro cervello preferisce farci credere ciò che non è (ossia che abbiamo sbagliato), piuttosto che ammettere l’errore. Stiamo meglio se diamo la colpa dei nostri errori agli altri. Come evitare di cadere in questa trappola?

L’investimento finanziario non è cosa da poco, almeno per chi investe i sudati risparmi. E proprio per questo motivo è opportuno valutare con attenzione le alternative, riflettere e prendersi tutto il tempo necessario. E, cosa altrettanto importante, definire un percorso (quella che abbiamo chiamato, poco sopra, strategia). Definire delle regole, dei passaggi da seguire per evitare di essere presi alla sprovvista e agire in modo confuso e irrazionale: una sorta di “lista della spesa” da seguire in modo rigoroso.

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