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Grafico della settimana: i metalli scommettono sulla riapertura cinese

Sono già passati due mesi – giorno più, giorno meno – da quando la riapertura della Cina è diventata un essenziale tema di discussione per i mercati. Basti pensare che all’inizio di novembre il numero di notizie contenenti la parola chiave “riapertura” nel titolo è aumentato.

E dal momento che le materie prime tendono a essere gli asset più esposti alla Cina, può essere interessante dare un’occhiata ai vincitori e ai vinti di questo settore. A farlo è Eddie van der Walt, Deputy Managing Editor di Markets Live a Londra (@EdVanDerWalt), nella newsletter mattutina di Bloomberg, “5 things to start your day”, del 10 gennaio.

 

Come sono andate le materie prime?

Ebbene, in questo periodo il Bloomberg Commodity Index è sceso. “Ciò”, spiega van der Walt, “è dovuto principalmente ai cali riscontrati fra le materie prime energetiche”. Come mai?

I movimenti del gas naturale si collocano, come sappiamo, sullo sfondo di un complicato scenario geopolitico, se così possiamo dire. Quanto al greggio, la sua debolezza può essere dipesa dalla bassa domanda negli Stati Uniti, più che da fattori legati alla Cina: infatti, l’ondata di freddo negli States ha ridotto la domanda di trasporto.

 

 

Quasi tutti vincenti, dal canto loro, i metalli. Nichel e argento sono in cima alla classifica, mentre rame, zinco e oro hanno registrato incrementi a due cifre percentuali. Il quadro delle materie prime agricole, da parte sua, appare contrastante.

Qui di seguito, la sintesi grafica di Bloomberg.

 

 

Come interpretare questi dati?

Ci sono diversi modi, ci dice van der Walt. Potremmo per esempio dire che la sottoperformance del petrolio si deve al timore di nuovi lockdown cinesi in seguito alla diffusione di altre varianti. Ma questo non ha molto senso, commenta sempre van der Walt, “perché una Cina che di quando in quando torna in lockdown è comunque una Cina che consuma più petrolio rispetto a una in lockdown permanente. Il petrolio, così come il gas naturale, sta probabilmente scambiando su più ampi fondamentali esterni e geografici”.

Il rally dei metalli, invece, rimane principalmente guidato dalla domanda cinese. Di conseguenza, in questo caso i guadagni sono prova della fiducia in fondamentali che possono far salire i prezzi a lungo termine.

 


 

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