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Investire nel 2023: i 7 settori da monitorare secondo Morgan Stanley

Dopo un 2022 sconvolto dalla guerra in Ucraina, dai rincari energetici e dalla corsa dell’inflazione, l’anno appena iniziato si annuncia già pieno di incognite. Tuttavia, come diceva Mao, “grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente”.

Già, perché, anche in questi tempi così difficili e pieni di incertezze, possono presentarsi delle ottime occasioni per investire i propri risparmi. Bisogna solo saperle cogliere, con l’ausilio di una consulenza professionale. Ecco allora sette settori che, secondo la banca d’affari statunitense Morgan Stanley, possono riservare piacevoli sorprese nel 2023.

 

Le azioni delle società a “megacapitalizzazione”

Per buona parte del 2022, i titoli tecnologici delle imprese a “megacapitalizzazione”, ovvero quelle con un market cap superiore a 200 miliardi di dollari, si sono rivelati vincenti. Tuttavia, negli ultimi mesi, l’aumento dell’inflazione e i rialzi dei tassi di interesse hanno spinto gli investitori a cambiare rotta. Dall’apice toccato l’anno scorso, i dieci maggiori titoli dell’S&P 500 hanno perso in totale 4,9 trilioni di dollari.

Al contrario delle previsioni del mercato, che appare scettico su un prossimo rimbalzo delle azioni dei colossi tecnologici, Morgan Stanley Research ritiene che nel 2024 questi titoli potranno tornare in auge.

 

Il private market è pronto per una crescita nel lungo periodo

“Private markets” è un termine generico che comprende tutti quegli strumenti non quotati in Borsa. Sebbene rappresentino ancora una piccola quota rispetto ai titoli quotati, i “mercati privati” stanno diventando sempre più popolari. Negli ultimi anni, il private equity, il capitale di rischio, il settore immobiliare, solo per fare qualche esempio, hanno registrato ingenti afflussi di capitali e una buona performance.

Mentre nei prossimi mesi Morgan Stanley prevede che il private market crescerà in modo moderato, le cose potrebbero cambiare nel medio periodo. Nei prossimi cinque anni, il settore, che al momento vale 10 trilioni di dollari, potrebbe crescere del 12% composto ogni anno fino a toccare i 17 trilioni di dollari di asset.

 

Questo potrebbe essere l’anno della tecnologia Carbon Capture

Carbon Capture è quel processo che rimuove l’anidride carbonica dall’atmosfera o le impedisce di entrarci. Vista l’enfasi posta dai governi e dalle imprese sulla transizione ecologica, questa tecnologia svolgerà probabilmente un ruolo centrale nel raggiungimento degli obiettivi climatici.

Certo, secondo la maggior parte degli esperti ci vorranno almeno cinque anni perché la “cattura del carbonio” diventi economicamente sostenibile: i costi, al momento, sono ancora troppo elevati. Tuttavia, non sono pochi gli analisti che considerano il 2023 come l’anno della svolta, anche grazie all’Inflation Reduction Act, il pacchetto di incentivi verdi varato dagli Usa.

“Le grandi compagnie energetiche, che stanno già beneficiando dei forti prezzi del petrolio e del gas, hanno ora un percorso sempre più praticabile per decarbonizzare in modo redditizio le proprie operazioni”, sostiene Devin McDermott, equity analyst.

 

 

Le banche europee beneficeranno dell’aumento dei tassi

La maggior parte degli analisti teme che le banche europee possano registrare perdite consistenti sui prestiti, visto il rischio di recessione che incombe sul Vecchio Continente. Morgan Stanley, invece, la pensa diversamente. “Crediamo fermamente che i tassi più elevati siano un punto di svolta per il settore e che livelli di liquidità sani si tradurranno in un lento riprezzamento dei depositi”, afferma Magdalena Stoklosa, analista che segue gli istituti di credito europei.

Inoltre, anche a fronte di accantonamenti molto prudenti, le banche continueranno a garantire un rendimento del 10% sotto forma di dividendi e riacquisti.

 

Il boom dell’edilizia in Europa

Se vale sempre l’antico adagio secondo il quale l’edilizia va bene quando l’economia tira, è anche vero che le norme europee sull’efficientamento energetico degli edifici, nonostante una crescita non brillantissima dei Paesi Ue, stanno spingendo la domanda di materiali e prodotti per le costruzioni.

“Negli ultimi tre anni abbiamo assistito a un cambiamento fondamentale nell’impegno dell’Europa nei confronti dell’efficienza energetica degli edifici”, afferma l’analista Cedar Ekblom. Del resto, già adesso gli incentivi fiscali introdotti dai governi sono molto generosi e hanno contribuito a sostenere il settore. Le aziende che possono ottenere i maggiori vantaggi, secondo Morgan Stanley, sono quelle che offrono prodotti e servizi volti a migliorare il consumo di energia delle abitazioni.

 

Il momento d’oro delle compagnie aeree Usa

Per il trasporto aereo statunitense, gli ultimi tre anni sono stati molto duri. Prima, nel 2020 e nel 2021, il blocco dei voli causato dalla pandemia, poi, l’anno scorso, la forte ripresa dei viaggi di piacere e l’alta inflazione che hanno messo sotto pressione il settore.

Se la maggior parte degli investitori ritiene che i venti favorevoli alle compagnie aeree siano transitori mentre quelli contrari, come l’esplosione dei costi, permanenti, Morgan Stanley ha una visione diversa.

“Dinamiche più normali creeranno condizioni giuste, portando a guadagni migliori di quelli che i mercati stanno attualmente valutando”, afferma l’analista di trasporti, Ravi Shanker.

 

Occhio all’Asia: il 2023 potrebbe essere il suo anno

Gli investitori non sono molto ottimisti sulle performance della Cina e dei Paesi asiatici quest’anno. Il loro timore è che le banche centrali aumentino i tassi, frenando così la crescita. Ma anche in questo caso, Morgan Stanley si distacca dal consensus. Gli analisti della banca d’affari ritengono che una combinazione di condizioni finanziarie più rilassate e bilanci in salute sosterranno la domanda interna in Asia.

Inoltre, l’abbandono della politica zero Covid da parte della Cina darà un ulteriore impulso alla crescita dell’intera regione. Va poi considerato che, al momento, si tratta di mercati molto convenienti. Alla fine dell’anno scorso, le valutazioni delle azioni asiatiche erano inferiori del 40% al picco di inizio 2021: uno dei cicli ribassisti più lunghi e ripidi della storia recente che potrebbe presto terminare.

 


 

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