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Love is in the app: investire nelle app di dating

Dating app: ne avete sicuramente sentito parlare. Ci riferiamo alle ormai utilizzatissime applicazioni smartphone che permettono di cercare la propria “dolce metà” online. Meetic, Tinder, OkCupid, Bumble sono solo alcune delle app più famose che contano milioni di iscritti nel mondo.

 

Come funzionano?

Crei il tuo profilo, aggiungi qualche foto, qualche parola su di te e via, sei online in un modo virtuale dove puoi raggiungere un’infinità di persone e suddividerle in base ai tuoi interessi. È questo il futuro delle relazioni? Chi lo sa. Quel che sappiamo è che anche se non siete fan di questa modalità d’interazione magari potreste essere fan del loro successo in Borsa.

Le app di dating, infatti, continuano a macinare performance positive e gli investitori sembrano non volersele far scappare: ultima in ordine di data l’IPO di Bumble, l’app di incontri che ha il suo punto forte nel concedere alle donne la prima mossa, che ha chiuso la sua prima giornata di quotazione a Wall Street con una crescita di quasi l’80% e una valutazione complessiva vicina ai 14 miliardi di dollari. Mica male.
 

L’amore ai tempi dello swipe

Il mondo delle relazioni amorose non è mai stato semplice, su questo siamo sicuramente tutti d’accordo. Certo è che nella società ipertecnologica attuale, fatta di infinite possibilità e di altrettanto infinito individualismo, è diventato difficile “accontentarsi”. Parliamo dell’evoluzione – o devoluzione – delle relazioni umane in un mondo di single incalliti, donne in carriera e scarsa comunicazione verbale, un mondo trasformato dalla disponibilità della tecnologia. Semplice statistica per qualcuno, una grande possibilità per qualcun altro.

Sta di fatto che ad oggi solo in Italia il 19,8% della popolazione adulta (7,3 milioni di persone) usa almeno un’app di incontri e sempre più coppie si sposano dopo essersi incontrate online. Il concetto non è nuovo, si tratta dell’evoluzione digitale di ciò che esisteva da tempo: annunci sui giornali, incontri per corrispondenza o speed date. Certo un’evoluzione “di un certo peso”: si possono raggiungere moltissime persone in un paio di minuti invece che in anni di vita.

 

Il boom dettato dalla pandemia

Uscire con qualcuno che ci piace – e a cui piacciamo – è già abbastanza difficile in tempi normali. Aggiungete lockdown, misure di distanziamento sociale a livello nazionale e un virus altamente contagioso e vi aspettereste che la ricerca dell’amore sia l’ultima cosa a cui pensare. E invece il dating è fiorente.

I single di tutto il mondo, infatti, nel 2020 si sono rivolti alle app di incontri in numero record. Anche solo per avere qualcuno con cui chiacchierare, fantasticare. Anche prima della pandemia gli incontri online stavano incalzando quelli fisici, ma con il Covid-19 gli incontri online globali sono aumentati dell’82% durante i primi di marzo 2020.
In particolare, a marzo:

  • Bumble ha assistito a un aumento del 26% nel numero di messaggi inviati sulla sua piattaforma;
  • Tinder ha visto la lunghezza delle conversazioni aumentare del 10-30%;
  • e l’app di incontri d’élite Inner Circle ha visto i messaggi aumentare del 116% nello stesso periodo.

 

 

Dating app, si può investire in Borsa?

In molte di esse sì perché sono racchiuse in un unico titolo: Match Group (NASDAQ: MTCH). Il titolo in questione, infatti, è emesso dal gruppo che possiede i brand delle migliori app di appuntamenti – tra cui Tinder, Hinge, Plenty of Fish, Match e OkCupid – ed è leader indiscusso del settore in Stati Uniti, Canada ed Europa. Tanto che lo stesso Match Group stima che il 60% delle relazioni avviate su una piattaforma online negli Stati Uniti negli ultimi 12 mesi sia iniziato su una delle sue piattaforme.
 


 

Posto che il futuro delle app di dating sembra roseo c’è da dire che il titolo in questione è alquanto volatile e sarebbe meglio analizzarne prima bilanci e flussi di cassa. Prendendo i dati storici, dagli esordi in Borsa ad oggi ha generato in ogni caso una tendenza in netto rialzo: il prezzo iniziale era di circa 20 dollari per azione, che corrispondono oggi a 150 dollari. Ma occhio alla volatilità: nel 2016, per esempio, il titolo si è anche spinto al ribasso, verso i 10 dollari per azione.

Molti analisti suggeriscono di pensarci bene: il titolo potrebbe essere sopravvalutato e con fondamentali non propriamente solidi. Il rapporto del quarto trimestre di Match Group mostra come la società di incontri online continui in ogni caso a sentire l’impatto della pandemia di Covid-19 in corso. Il prezzo delle azioni è in calo del 9% da inizio 2021, un calo che però potrebbe rappresentare un buon punto d’ingresso per gli investitori che credono nell’evoluzione di questo tipo di app.

 

La quotazione record di Bumble

L’IPO di Bumble ha tenuto banco fra gli investitori questa settimana. Cos’è Bumble? Una app d’incontri “Women friendly” creata da Whitney Wolfe Herd, co-fondatrice di Tinder, che nel 2014 ha deciso di lasciare il gruppo dopo una discussa causa per molestie sessuali e discriminazioni avviata contro uno dei suoi capi.

L’app è specificamente designata per le donne: la sua peculiarità, infatti, è quella di permettere al gentil sesso di scegliere se ricevere messaggi o iniziare una conversazione. Offre inoltre la possibilità di cercare amicizie femminili nuove e non solamente relazioni amorose. Il successo non è tardato ad arrivare: Bumble conta milioni di iscritti in tutto il mondo ed è oggi la seconda dating app più utilizzata dopo Tinder.

Un successo ripetuto in Borsa lo scorso 11 febbraio: il target per azione era stato a fissato a un massimo di 30 dollari, per finire invece, a IPO chiusa, a ben 43 dollari per azione, dopo esser state scambiate inizialmente a circa 76 dollari. Bumble ha venduto 50 milioni di azioni, chiudendo le contrattazioni con una capitalizzazione di mercato di circa 7,7 miliardi di dollari.

 


 

Numeri alla mano, chiediamoci: conviene?

Bumble ha generato 376,6 milioni di dollari di entrate nei primi nove mesi del 2020, con una perdita netta di 84,1 milioni di dollari. Nello stesso periodo di tempo, nel 2019, ha riportato un fatturato di 362,6 milioni di dollari e un utile netto di 68,6 milioni di dollari. La società registra profitti, a differenza di altre grandi IPO tipo DoorDash, ma dovrà aumentare la sua profittabilità per user per poter continuare ad avere successo. Insomma, come ogni società dovrà dimostrare di avere solidi fondamentali e non solo un grande appeal.
 



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