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Bollettino AO | I mercati festeggiano l’inflazione Usa che rallenta

I fatti salienti della settimana

Settimana di midterm. Martedì 8 novembre, negli Stati Uniti d’America, gli aventi diritto al voto si sono recati alle urne per eleggere i loro rappresentanti alla Camera e al Senato: in questo consistono le elezioni di metà mandato, o midterm, così chiamate perché si svolgono a metà di un mandato presidenziale.

Generalmente sono molto attenzionate perché offrono ai due partiti – Dem e Repubblicani – più di uno spunto per riflettere sulle mosse da compiere in vista delle presidenziali (le prossime si terranno nel 2024).

Com’è andata? Al Senato è testa a testa, mentre i Repubblicani hanno preso il controllo della Camera per un’incollatura. Insomma, l’“onda rossa” – ossia il pieno di voi per i Repubblicani, da molti atteso – non c’è stata.

In ogni caso, l’inflazione e le preoccupazioni per il rallentamento economico hanno molto pesato sulla campagna elettorale appena conclusa.

Ma l’inflazione rallenta. A ottobre, negli States, il rialzo dell’inflazione è stato più contenuto del previsto: i prezzi al consumo sono saliti del 7,7%, meno delle attese degli analisti e anche meno del mese precedente. Su base mensile l’aumento è stato dello 0,4%, meno del +0,6% previsto.

L’inflazione “core”, depurata dai prezzi dell’energia e degli alimentari, è passata dal 6,6% al 6,3%. Tutto questo riporta in auge le speranze di una Fed un po’ meno severa da qui in avanti.

Cosa farà la Fed? “Se da un lato ritengo che presto potrebbe essere opportuno rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi in modo da poter valutare meglio l’evoluzione delle condizioni finanziarie ed economiche, dall’altro credo che un ritmo più lento non debba essere interpretato come una politica più accomodante”, ha dichiarato giovedì il presidente della Fed di Dallas Lorie Logan in una conferenza organizzata dalla sua banca a Houston.

Analisti e investitori si aspettano ora un incremento di 50 punti base a dicembre.

Le grane di Musk. Nel suo primo discorso ai dipendenti di Twitter da quando ha acquistato l’azienda per 44 miliardi di dollari, Elon Musk ha detto che la bancarotta è una possibilità, se l’azienda non inizia a generare più denaro.

Nelle sue prime due settimane, Musk ha licenziato metà del personale, cacciato la maggior parte dei dirigenti e ordinato ai dipendenti rimasti di smettere di lavorare da casa.

Del resto, l’acquisizione ha caricato l’azienda di quasi 13 miliardi di dollari di debiti, ora nelle mani di sette banche di Wall Street che non sono riuscite a scaricarli agli investitori.

Nuove vendite. E sempre Musk ha venduto almeno 3,95 miliardi di dollari di azioni Tesla pochi giorni dopo aver concluso l’acquisizione di Twitter. Secondo i documenti di regolamentazione depositati martedì a New York, Musk ha ceduto 19,5 milioni di azioni.

Ad agosto, Musk aveva dichiarato di aver finito di vendere le azioni Tesla. Tuttavia, alcuni avevano ipotizzato che il miliardario ne avrebbe vendute altre per sostenere l’operazione su Twitter.

 

 

Meta taglia anche in Italia. L’azienda che controlla Facebook, Whatsapp e Instagram ha licenziato ben 11mila dipendenti. Quasi un quinto – 22 su 127 – nella sede italiana, secondo Wired. Perché? Per via della gelata economica e per le ricadute dell’esoso investimento nel Metaverso.

I licenziamenti – i primi nella storia di Facebook – hanno avuto inizio il 9 novembre. Titolo in rialzo a Wall Street dopo l’annuncio.

Meno iPhone per la Mela. Apple prevede di produrre quest’anno almeno tre milioni di iPhone 14 in meno rispetto alle previsioni iniziali: secondo Bloomberg, si parla di 87 milioni di dispositivi o anche meno, rispetto all’obiettivo precedente di 90 milioni.

Una riduzione dovuta principalmente a una domanda più debole per i modelli iPhone 14 e 14 Plus, cui si aggiungono i problemi di approvvigionamento in luoghi come Zhengzhou, che ospita il principale sito di assemblaggio dell’iPhone e che è stato bloccato dal Covid-19 per una settimana.

Approccio anti-Covid mirato. I massimi dirigenti cinesi hanno ribadito la necessità di attenersi alla politica Covid Zero, esortando però i funzionari a essere più mirati nelle loro restrizioni. È quanto è emerso da una riunione del nuovo Comitato permanente del Politburo presieduto dal presidente Xi Jinping.

Quindi, possiamo dire, non chiusure a tappeto ma caso per caso. A riprova di ciò, c’è stato un primo alleggerimento delle rigide regole sulla quarantena anti-Covid da parte di Pechino, in particolare su viaggi e quarantene.

Che clima c’è? Domenica ha preso il via in Egitto la 27esima Conferenza delle Parti sul clima. Tra i grandi interrogativi, uno in particolare, rivelato da Bloomberg: come possono i Paesi ricchi contribuire a pagare i danni causati dal riscaldamento globale altrove?

I Paesi in via di sviluppo chiedono che si discuta di risarcimenti per il clima da quando, all’inizio degli anni Novanta, sono iniziate le riunioni della Conferenza delle Parti.

Un anno di caldo record, siccità e inondazioni ha reso più urgenti i colloqui anche su questo, fermo restando l’obiettivo del contenimento delle temperature medie globali a +1,5 gradi Celsius dai livelli preindustriali. Ce la faremo? No, secondo l’Economist. Chissà.

 

Come si sono mossi i mercati

Listini in rialzo. Rally per le Borse europee, che a questo punto potrebbero chiudere la settimana in recupero. A spingere i mercati sono stati due fattori: il varo dell’approccio anti-Covid “mirato” in Cina e il rallentamento dell’inflazione statunitense, che – come abbiamo detto – ha riacceso le speranze di rialzi più contenuti da parte della Fed.

Rendimenti in calo. L’indice dei prezzi al consumo migliore del previsto ha fatto scendere i rendimenti obbligazionari. Spread stabile, venerdì in apertura, in area 200 punti.

Valute e materie prime. Euro in risalita sul dollaro, in calo il gas ad Amsterdam (107,5 euro al MWh), in corsa il petrolio, con il Wti dicembre a 88,7 dollari e il Brent con consegna a gennaio a 96,1 dollari.

Imperi al tramonto? Nell’ultima settimana gli asset cripto sono tornati alla ribalta in seguito al fallimento della piattaforma FTX. Un crac che ha avuto luogo dopo il passo indietro del patron di Binance rispetto all’ipotesi di acquisire FTX. Ripercussioni sulle quotazioni delle criptovalute.

 

Indici azionari Performance settimanale Performance da inizio mese
FTSE MIB 7.44% 16.65%
MSCI Europe 5.33% 10.44%
S&P 500 1.99% 4.50%
Nikkei -0.47% -0.70%
Shanghai Composite CSI 300 -2.18% -6.90%
Indici obbligazionari Performance settimanale Performance da inizio anno
10-yr yield on Italian Bond (BTP) 4.00% 1.17%
10-yr yield on US Treasuries 3.84% 1.51%
10-yr yield on German Bund 1.98% -0.18%
10-yr yield on Eurozone bonds 1.98% -0.18%
Spread Btp-Bund 203.7 punti 70.96%
Materie prime Performance settimanale Performance da inizio mese
Oro 54.99 eur/gr (2.95%) 0.09%
Petrolio Wti 89.41 usd/barile (-1.95%) -3.76%
Valute Performance settimanale Performance da inizio mese
Cambio Eur/Usd 1,0310 (4.33%) 4.94%
Cambio Eur/Gbp 0,8777 (-0,12%) -0.73%

Indici di mercato. Dati aggiornati ore 17.00 del 11/11/22.

 

I market movers della prossima settimana

Attenzione allo Zew in Europa e all’indice dei prezzi alla produzione negli States. Nel Vecchio Continente occhio ai vari indici dei prezzi al consumo. Dal Giappone arriverà il dato sul Prodotto interno lordo nel terzo trimestre.

La prossima sarà anche la settimana del G20 in Indonesia. A margine si terrà l’incontro tra il presidente Usa Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping: è il primo incontro faccia a faccia da quando Biden è stato eletto. Il presidente russo Vladimir Putin, dal canto suo, non intende intervenire nemmeno in videocollegamento.

Giovedì 17 novembre è in calendario l’annuncio dei piani di spesa del governo britannico. L’appuntamento, inizialmente previsto per fine ottobre, è slittato per dare tempo al costo del debito e ai conti del Paese di assorbire gli effetti della parentesi Truss.

 


 

 

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