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Bollettino AO | Prezzi e disoccupazione in volata negli States, le trimestrali guardano alla recessione

I fatti salienti della settimana

Ipc Usa ai massimi dal 1981. E anche questa settimana non abbiamo avuto molte chance di annoiarci. Giusto? Da dove cominciamo?

Possiamo cominciare dall’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti d’America: l’inflazione corre, e il rialzo del suddetto indice, comprensivo di tutte le voci, a giugno si è attestato al 9,1%. Più dell’8,8% previsto. Siamo ai massimi dal novembre del 1981.

Pesano energia e alimentari. Basti pensare che la benzina ha registrato un +59,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.

Ma pressioni inflazionistiche si riscontrano anche nella componente “core”, che non include energia e food. Tutto ciò lascia presagire un nuovo consistente rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve al prossimo meeting del 27 luglio.

Se Atene piange, Sparta non ride. In Europa, l’indicatore Zew di luglio ha confermato la maggiore cautela nelle valutazioni e nelle attese degli esperti. Pesa, naturalmente, l’incertezza geopolitica e – di riflesso – energetica.

“Mo’ voo chiudo ‘sto tubo”. Lunedì 11 luglio Nord Stream 1, principale canale attraverso cui il gas russo arriva all’Europa, è stato chiuso. Una chiusura, ufficialmente per lavori periodici di manutenzione, che dovrebbe durare una decina di giorni. La domanda è: passati questi dieci giorni, il flusso di gas naturale riprenderà regolarmente?

Già prima dello stop, come ricorderete, la Russia stava usando la leva dei flussi come risposta alle sanzioni europee, adducendo però sempre la scusa di presunti interventi di manutenzione. Uno stop totale avrebbe conseguenze abbastanza pesanti sull’economia europea. Ma avremo modo di tornarci.

 

 

Crisi di governo, ancora tu. In settimana è tornato alla ribalta lo spread, dopo che il Movimento 5 Stelle ha boicottato il voto di fiducia in Senato sul dl Aiuti, spingendo così il presidente del Consiglio Mario Draghi a presentare al Quirinale le sue dimissioni.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, però, non le ha accolte “e ha invitato il presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi presso il Senato della Repubblica”.

Una delle ipotesi, ora, è quella delle elezioni anticipate: staremo a vedere. Al di là di ciò, la politica si conferma un fattore di rischio in Europa. A tutto vantaggio delle nuove potenze emergenti? Anche qui, possiamo solo aspettare e stare a vedere quel che potrà succedere.

A proposito di instabilità politica. Non dimentichiamoci il Regno Unito: archiviato il governo Johnson, l’attenzione è rivolta sul/la prossimo/a leader dei Tory e primo ministro.

Che poi, un momento: Johnson archiviato fino a un certo punto. Perché in ogni caso la nuova guida (del partito e del Paese) si insedierà solo a metà settembre, e fino a quel momento a Downing Street ci sarà BoJo.

Tutto questo mentre anche il Regno Unito è alle prese con i suoi bei rischi di stagflazione. E d’altro canto anche qui, come altrove, le pressioni sulla Banca d’Inghilterra per una sempre più decisa azione anti-inflazione sono forti.

 

Come si sono mossi i mercati

Mercati sotto pressione e recessione usa in vista. Quindi ok, è stata un’altra settimana movimentata per i mercati finanziari, soprattutto alla luce dell’indice dei prezzi al consumo statunitense: il rialzo cui abbiamo assistito apre secondo molti la strada a un aumento dei tassi d’interesse di un punto percentuale tondo tondo (100 punti base) da parte della Federal Reserve alla riunione di fine luglio.

Sedute in rosso per Wall Street dopo le trimestrali di JPMorgan Chase & Co e Morgan Stanley più deboli delle attese, che hanno evidenziato i crescenti timori di una forte recessione economica. Da segnalare il numero di americani che hanno presentato nuove richieste di sussidi di disoccupazione, aumentato per la seconda settimana consecutiva.

Attenzione allo spread. In Italia si rileva l’incremento dello spread Btp-Bund in scia alla nebbia che si è alzata attorno al governo Draghi.

Come da copione, lo spread sale e l’azionario – che a Piazza Affari ha una forte componente bancaria e le banche, si sa, hanno molti titoli di Stato italiani in portafoglio – va giù. La settimana si chiude comunque con un tentativo di rimbalzo.

Il dollaro continua ad apprezzarsi. Nei giorni scorsi l’euro si è indebolito fino a raggiungere la parità con il biglietto verde, cosa che non succedeva da vent’anni.

Petrolio in calo (ma non troppo). Tra lockdown in Cina e ombre di recessione che si allungano sospinte dalle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime (energetiche in primis), il petrolio è ripiegato. Sullo sfondo, la missione in Medioriente del presidente Usa Joe Biden.

 

Indici azionari Performance settimanale Performance da inizio mese
Azioni Italia -5.91% -8.27%
Azioni Europa -2.48% -1.24%
Azioni Usa -2.92% 0.09%
Azioni Cina -5.11% -1.58%
Indici obbligazionari Performance settimanale Performance da inizio mese
Bond governativi eurozona 1.74% 5.35%
Bond governativi usa 1.23% 4.01%
Bond corporate usa 0.62% 1.33%
Spread Btp-Bund 223.1 punti -10.91%
Materie prime Performance settimanale Performance da inizio mese
Oro 54.53 eur/gr (-1.57%) -1.68%
Petrolio Wti 97.65 usd/barile (-6.29%) -1.77%
Valute Performance settimanale Performance da inizio mese
Cambio Eur/Usd 1.0060 (0.31%) -3.56%
Cambio Eur/Gbp 0.8490 (0.58%) -0.95%

Indici di mercato. Dati aggiornati ore 17.00 del 15/07/22.

 

I market movers della prossima settimana

Mercoledì e giovedì si conosceranno le statistiche sul commercio e sull’inflazione in Giappone. Sempre mercoledì, la Banca del Giappone aggiornerà la sua politica monetaria.

Nell’area dell’euro, martedì verranno pubblicati i dati sull’indice dei prezzi al consumo. Ma il giorno clou sarà giovedì 21 luglio, con la riunione e la successiva conferenza stampa della Banca centrale europea: in quel giorno dovrebbe avvenire il primo della nuova serie di rialzi dei tassi.

Fari puntati anche sul mercato residenziale USA, alla luce dell’aumento dei tassi dei mutui di fatto inevitabile dopo l’inasprimento monetario avviato dalla Federal Reserve.

 


 

 

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Ultimi commenti
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    buongiorno vorrei segnalare che i grafici dei portafogli non si aggiornano più da parecchi giorni.
    Grazie

    • Maria Paulucci

      Buongiorno Giuseppe,

      le riposto qui di seguito un aggiornamento della nostra redazione di qualche tempo fa.

      Un cordiale saluto e una buona giornata,

      Maria

      ***AGGIORNAMENTO SUI PORTAFOGLI***

      Gentili lettori e lettrici,

      come vi abbiamo raccontato attraverso il nostro blog in questi mesi e anni, tutti noi siamo al centro di un passaggio evolutivo epocale, dal punto di vista tecnologico e normativo. Vale anche per il risparmio e la consulenza finanziaria. E di fronte alle sfide del cambiamento, noi non ci siamo mai tirati indietro.

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