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Investimenti a lungo termine e liquidità per le emergenze: coniugarli è possibile

Gli italiani tendono a investire poco: preferiscono tenere i soldi in casa o sul conto corrente per non trovarsi a corto di liquidità. Ma i loro timori sono davvero fondati?

 

Sfiduciati sulle prospettive economiche del loro Paese e ancora più restii del solito a investire, perché in un contesto incerto preferiscono tenere più liquidità possibile a portata di mano. L’umore degli italiani non è certo alle stelle, almeno stando al quadro tratteggiato dal Censis nel suo 50esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, diffuso di recente.

Secondo l’indagine, attualmente solo il 22,1% degli italiani valuta la possibilità di destinare parte delle proprie risorse a investimenti di lungo periodo, mentre il 56,7% dichiara di voler potenziare i propri risparmi e tagliare le spese ordinarie per la casa e l’alimentazione.

In una situazione percepita come poco stabile dal punto di vista economico, molti tendono infatti a incrementare la liquidità: rispetto al 2007, gli italiani hanno accumulato liquidità aggiuntiva per 114,3 miliardi di euro, un valore superiore al Pil dell’Ungheria, tanto per intenderci.

E quasi il 36% degli italiani tiene regolarmente contante in casa per le emergenze o per sentirsi più sicuro. Inoltre il 34,2% dichiara che, se disponesse di risorse aggiuntive, le terrebbe ferme sui conti correnti o nelle cassette di sicurezza.

Il risultato è che nel 2015 l’incidenza degli investimenti sul Pil era pari, nella Penisola, al 16,6%, a grande distanza dalla media europea (19,5%), oltre che dalla Francia (21,5%), dalla Germania (19,9%) e dalla Spagna (19,7%).

Ma tutti questi timori di trovarsi a corto di liquidità da un giorno all’altro senza poter sbloccare i propri risparmi sono davvero fondati? Chiaramente molto dipende dall’investimento, ma una cosa è certa: esistono soluzioni flessibili e non vincolanti, ampiamente accessibili, che permettono di vivere senza ansia, facendo allo stesso tempo fruttare i propri risparmi che, lasciati sotto il materasso (o su un conto deposito, è più o meno lo stesso), finirebbero per essere mangiati dall’inflazione.

Per chi non dispone di grosse risorse da immobilizzare in un solo colpo, un’opzione interessante può essere quella dei piani di accumulo, che consentono di versare poco alla volta accumulando un capitale nel tempo. Un versamento (minimo) di dieci euro al mese è accessibile a tutti senza fatica o sacrifici. E i versamenti possono anche essere interrotti e ripresi in un momento successivo, a seconda delle proprie disponibilità (anche se naturalmente negli investimenti è consigliabile cercare di mantenere un minimo di costanza).

Insomma, la situazione non è delle più rosee e l’umore ne risente, ma qualcosa sta iniziando a cambiare, grazie anche al contributo dell’innovazione tecnologica che permette alle SGR di confezionare prodotti di investimento più attenti ai costi rispetto al passato. L’importante è essere consapevoli che investire i propri risparmi conviene rispetto a parcheggiarli su conti deposito, che rendono una miseria, o (peggio) tenerli in casa sotto forma di contanti. Ma è anche importante ricordare che bisogna muoversi con cognizione di causa: non tutti gli investimenti sono uguali e non tutti sono adatti al proprio profilo di rischio.


 

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